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Alunni a scuola sino a fine luglio, in Trentino vincono i genitori delle materne: si parte nel 2023. Esperimento impraticabile altrove

Andare a scuola sino alla fine di luglio: in Trentino dal 2024 si può. Sulla spinta di due genitori su tre, sempre più in difficoltà per gestire i figli nei due mesi estivi di interruzione delle attività scolastiche, agevolati probabilmente anche dalle temperature meno afose rispetto al resto d’Italia, il 23 dicembre i componenti della giunta provinciale di Trento hanno stabilito un calendario di undici mesi per la scuola dell’infanzia. Si partirà nell’anno scolastico 2023/2024 e quindi il servizio sarà garantito tra due estati.

L’annuncio, come riporta l’Ansa, è arrivato dall’assessore all’istruzione, Mirko Bisesti, che in una conferenza stampa a Palazzo della Provincia, a Trento, ha annunciato che le iscrizioni al prossimo anno scolastico saranno aperte sul portale “Vivo Scuola” dalle ore 8 di giovedì 12 gennaio alle ore 20 di martedì 31 gennaio 2023.

L’annuncio ufficiale

“Per il 2023 è prevista la proroga del servizio a luglio, ma nel 2024 si arriverà a un calendario di undici mesi, non dieci, senza la necessità di stabilire un allungamento. In questo modo veniamo incontro a quel 60% di famiglie che ha scelto di usufruire del servizio a luglio“, ha detto l’assessore Bisesti.

“Tra i mesi di giugno e di luglio – ha aggiunto l’assessore all’istruzione – ci sarà la possibilità di concedere una settimana di ferie al personale, sia a quello a tempo determinato, sia a quello a tempo indeterminato”.

La prima volta in Italia

Livio Degasperi, dirigente del Servizio attività educative dell’infanzia, definisce la novità come una novità “unica in Italia“.

Il ridotto numero di alunni che frequenteranno le scuole produrrà l’accorpamento di più scuole e sezioni d’infanzia.

“Nell’estate del 2022 – ha spiegato Degasperi – abbiamo già sperimentato degli accorpamenti tra dieci scuole per questo servizio. Questo ha dato buoni risultati. Quest’anno amplieremo gli accorpamenti cercando, dove sceglieremo questo sistema, di garantire il trasporto gratuito, per non pesare sulle famiglie”.

Per il servizio di luglio 2023 non è prevista nessuna spesa – ha precisato Degasperi – se non per la mensa.

Infine, “per l’anno 2023/2024 non bisognerà fare un’ulteriore domanda al Caf per avere l’Icef per i servizi di allungamento dell’orario e mensa per luglio”.

Nessun riferimento è stato fatto ai docenti e al personale scolastico, che, è bene ricordare, in Trentino Alto Adige (territorio a statuto speciale) percepiscono stipendi maggiori di quelli assegnati ai colleghi di altre Regioni: allungare il servizio didattico di un mese, sino a fine luglio, comporta infatti il coinvolgimento dei lavoratori. Con conseguenze dirette sulle ferie.

E il personale quando va in ferie?

Per intenderci, un docente di ruolo da oltre tre anni e che deve fruire per legge di 32 giorni di ferie e 4 di festività soppresse, se non ha goduto nemmeno un di questi giorni durante l’anno scolastico dovrebbe iniziare le ferie attorno al 20 luglio e poi concluderle a fine agosto. Quando prenderebbero invece le ferie coloro che rimangono in servizio tutto il mese di luglio?

La soluzione, che andrebbe trovata con i sindacati, si può certamente trovare, ma si tratta di certo di una dinamica del tutto nuovo per il mondo della scuola e dei suoi dipendenti.

L’impraticabilità per la scuola secondaria

La possibilità di tenere le lezioni aperte sino a fine luglio, comunque, non sarebbe di sicuro praticabile nella scuola secondaria: quando si svolgerebbero, altrimenti, gli esami di fine ciclo, i corsi di recupero e le verifiche sui debiti assegnati alla fine dell’anno scolastico?

Infine, come si potrebbe stare in classe, prive di condizionatori d’aria, nelle regioni dove la temperatura già ad inizio giugno sfiora i 40 gradi?

Alessandro Giuliani

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