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Alunni ad alto potenziale cognitivo che si annoiano, la testimonianza di una madre

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Sono una docente di scuola secondaria e madre di un bambino di dieci anni, valutato con un profilo ad alto potenziale cognitivo. Mio figlio beneficia di un pdp ma, malgrado la buona volontà dei maestri, è palese che la scuola italiana appaia spesso impreparata o in difficoltà nel sostenere e potenziare i bisogni e le caratteristiche degli studenti ad alto potenziale cognitivo o gifted.
Questo purtroppo può generare noia, frustrazione e demotivazione negli allievi con un’intelligenza superiore alla media che spesso possono incorrere in forte sotto rendimento sino a vero e proprio abbandono scolastico. Mo auguro che la pubblicazione della mia lettera e del tema di mio figlio per stimolare nel mondo della scuola una riflessione che possa supportare docenti e genitori di studenti ad alto potenziale cognitivo nel sostenere i tempi, i bisogni e le esigenze di questi meravigliosi ragazzi.

Tema: Aspettative e speranze dell’ultimo anno della scuola primaria.

Quando era la mattina del primo giorno di scuola ero molto emozionato, ritornare, rivedere i compagni, nuovi maestri ma anche un pochino nervoso perché, sarò il più sincero che posso: non mi piace la scuola, perché a me non piace studiare cose che non mi interessano e perché stiamo lì tanto tempo! 6 ore su 24 è un quarto, un quarto di giornata a scuola, ma dico: mi sembra un’esagerazione!
Ecco perché vorrei fare tante pause e giochi così per far passare più velocemente il tempo: tipo, per esempio, finisco velocemente i compiti, soprattutto quelli di matematica e questo non aiuta! Sono bravo in quasi tutto tranne che in educazione fisica in cui spero di migliorare. La mia materia preferita è la storia. Mi aspetto che quest’anno sarà più divertente.

Valentina Contini