In Europa risulta alto il numero di alunni che escono da scuola e si recano a scuola da soli. Anche perché non ci sono leggi particolari sull’entrata e l’uscita dei minori, in particolare degli alunni delle medie.
Questo, in generale. Perché a seguito probabilmente dell’incrementato numero di attentati terroristici, il livello di attenzione è salito ed è aumentato il numero di famiglie che normalmente accompagna i propri figli, specie i più piccoli.
A rilevarlo è l’agenzia Ansa, che produce anche
a Bruxelles, nella scuola pubblica, a partire dai 12 anni, gli studenti possono lasciare l’edificio da soli al termine delle lezioni. Lo spiegano dall’ufficio dell’assessorato alla Scuola della città. Lo stesso vale per tutta la regione francofona della Vallonia. E anche nelle Fiandre, fanno sapere dall’ufficio stampa del governo fiammingo, non ci sono leggi che regolano la questione e gli studenti dai 12 anni in poi possono lasciare la scuola da soli. Fanno eccezione le scuole private: in alcune occorre l’autorizzazione dei genitori.
Sopra La Manica, non c’è una legge particolare che obblighi i genitori ad accompagnare a scuola i figli: la decisione è affidata al buon senso delle singole famiglie. Negli anni comunque l’atteggiamento dei britannici è cambiato radicalmente. Basta pensare che negli anni Settanta quasi ogni 11enne nel Regno andava a scuola da solo mentre oggi solo il 55% lo fa. Molte amministrazioni locali consigliano alle famiglie di accompagnare i loro figli se hanno meno di 8 anni.
Anche il Paese transalpino è privo di regolamenti che impediscano ai ragazzi delle scuole medie di uscire da soli da scuola al termine dell’orario.
L’unica condizione riguarda proprio l’orario d’uscita. I genitori, all’inizio dell’anno, devono prendere conoscenza – comprovandolo con la firma – dell’orario delle lezioni del proprio figlio.
Poi, devono autorizzare – sempre per scritto e una volta per tutto l’anno – il ragazzo a lasciare la scuola da solo. Un’ulteriore autorizzazione è richiesta per consentire allo studente di lasciare in anticipo rispetto all’orario previsto l’istituto in caso di assenza di un professore all’ultima ora.
“Non esiste una legge, in Germania, che regoli l’età a partire dalla quale un bambino possa andare da solo a scuola. Ma la prassi è quella di incentivare il ritorno a casa dei bambini, da soli, a partire dal sesto anno di età”.
A spiegarlo all’Ansa è stato il portavoce dell’Amministrazione del Senato di Berlino, del reparto Istruzione Scuola e giovani. “Ovviamente molto dipende dal caso: si valuta la maturità del bambino e il tratto da percorrere per raggiungere la scuola”, afferma.
La normativa prevede il cosiddetto “Aufischtpflicht”, “l’obbligo di supervisione” per i genitori regolato dall’articolo 1631 del codice civile. È dovere del genitore, infatti, “curare educare e vigilare” sul minore. Ma il legislatore pone attenzione anche al diritto di sviluppare l’autonomia del bambino: l’articolo 1626 del codice dispone che “nella cura e nell’educazione” si debba tenere conto “dello sviluppo crescente delle capacità e del crescente bisogno del bambino di agire in modo autonomo e consapevole della responsabilità”.
Pertanto, almeno nel Vecchio Continente, sia la posizione della ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, (favorevole alla presenza all’uscita da scuola di un genitore o un nonno fino ai 14 anni dell’alunno), sia del segretario Pd, Matteo Renzi, (“Quando ho letto che noi genitori siamo obbligati a riprendere i figli da scuola sono rimasto allibito”), trovano riscontro. Ora, si tratta solo di scegliere e decidere come orientare il disegno di legge del Partito Democratico, prossimo alla presentazione, che ha come prima firmataria l’on. Simona Malpezzi.
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