Ieri, 16 maggio, come abbiamo riportato, i ricercatori dell’Invalsi, presso l’Auditorio dell’Accademia Nazionale dei Lincei a Roma, hanno presentato i risultati dell’indagine internazionale IEA PIRLS 2021, in contemporanea alla presentazione mondiale dell’estesa rilevazione statistica sulle abilità di lettura dei giovani.
I dati Pirls
Le rilevazioni si sono svolte nel 2021 in più di 50 Paesi nel mondo in un periodo di piena fase della pandemia: i Paesi partecipanti sono stati 57, di cui 27 con modalità di raccolta dati digitale (inclusa l’Italia). In Italia hanno preso parte alla rilevazione nazionale 222 scuole e 442 insegnanti, con il coinvolgimento di oltre 7.000 allievi e 5.000 genitori.
Tra i dati che sono emersi ce n’è uno che sembra alquanto positivo: In Italia gli studenti di quarta primaria ottengono un punteggio medio pari a 537 punti, un risultato superiore a quello medio internazionale di tutti i Paesi partecipanti e superiore al punteggio medio dei Paesi europei partecipanti.
Tra i Paesi europei, solo gli studenti di Finlandia (549), Polonia (549) e Svezia (544) ottengono un risultato medio superiore a quello dei nostri studenti.
“Una volta andare male a scuola era un problema”
A commentare tutto ciò è stato il giornalista Davide Giacalone oggi, 17 maggio, all’interno del programma Non Stop News di Rtl102.5: “La scuola elementare funziona bene, dà ottimi risultati. Il vero tema che dovremmo porci è: come mai diventiamo lo stesso Paese in cui alla maturità uno studente su due si diploma senza avere le nozioni di base? I bambini sono gli stessi, come fanno in quarta elementare ad avere ottime conoscenze e poi alla maturità no? In mezzo cosa succede? C’è una scuola che non funziona, in quanto non seleziona i docenti, non fa valere la meritocrazia, non premia i migliori”, ha detto Giacalone, che si è chiesto come mai i risultati degli studenti italiani al termine delle scuole superiori siano bassi, al contrario di quanto emerge nei cicli di istruzione precedenti.
Il giornalista si è scagliato anche contro i genitori, rei, a suo avviso, di essere troppo “morbidi” se il proprio figlio ha uno scarso rendimento scolastico. “Le famiglie sono complici di questo sistema. Una volta andare male a scuola era un problema a casa. La punizione del cattivo voto arrivava a casa. Adesso arriva la solidarietà per il testone e il risultato si vede”, ha concluso.
Se le nostre scuole elementari funzionano bene (si può sempre migliorare) e dalle secondarie escono analfabeti, il problema è: a. cattiva selezione degli insegnanti; b. indifferenza delle famiglie.
— Davide Giacalone (@DavideGiac) May 17, 2023