Attualità

Alunni a casa da soli: bisogna modificare il codice civile?

La questione dell’uscita degli alunni da scuola sta diventando un caso nazionale, soprattutto dopo la sentenza con cui la Corte di Cassazione ha respinto un ricorso del Ministero condannato in appello a pagare i danni per un gravissimo incidente occorso ad un ragazzino.

Dopo la sentenza di Cassazione

In realtà la sentenza di Cassazione è servita a far emergere un problema che è sempre esistito e che finora è stato affrontato e risolto dalle scuole nei modi e con gli strumenti più diversi.
Adesso, raccontano le cronache, in molte scuole d’Italia i dirigenti scolastici stanno cercando di correre ai ripari, ma le scuole sono 8mila e i contesti sociali e ambientali sono altrettanto diversificati.
Sul piano giuridico la questione è ormai chiara: al termine dell’orario scolastico gli alunni, se minori di 14 anni, devono essere consegnati ai genitori o ad un adulto delegato dalla famiglia. Le dichiarazioni “liberatorie” in uso in quasi tutte le scuole non hanno nessun valore concreto, anzi possono costituire persino un’aggravante.

Cosa dicono gli esperti

Pedagogisti e psicologi, per parte loro, sostengono che i ragazzini hanno bisogno di diventare autonomi e devono quindi essere poco per volta abituati ad acquisire maggiore responsabilità.

Modificare il codice civile?

La soluzione forse c’è, ma potrebbe essere quasi paradossale: il genitore va a scuola a ritirare l’alunno, ma poi lo “avvia” da solo verso casa.
Il tema meriterebbe però maggiore attenzione e forse è arrivato il momento per chiedere al legislatore di affrontare seriamente il problema con un provvedimento normativo ad hoc che modifichi o attenui in qualche misura le disposizioni in materia di responsabilità extra-contrattuale previste dagli articoli 2043, 2047 e 2048 del codice civile. Forse potrebbe bastare introdurre una clausola che dia valore alle dichiarazioni liberatorie sottoscritte dai genitori degli alunni che frequentano una scuola del sistema di istruzione.
Ma qui ci fermiamo e lasciamo che siano gli esperti del codice civile a pronunciarsi e a formulare una proposta realistica.

Reginaldo Palermo

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