Per gli alunni con bisogni educativi speciali (Bes), è obbligatorio stilare un Pdp (Piano didattico personalizzato)? Ne abbiamo parlato nell’appuntamento della Tecnica della Scuola Live di venerdì 22 ottobre, con i dirigenti scolastici Gabriella Chisari e Francesco Ficicchia.
Innanzitutto chiariamo che gli alunni con Bisogni educativi speciali nascono sul piano formale con la direttiva ministeriale del 2012 Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.
Sono alunni con bisogni educativi speciali tutti coloro che a vario titolo e per diverse ragioni necessitano di un’attenzione didattica particolare. Per loro è necessario un Pdp? Non sempre, ma nella maggior parte dei casi sì.
Spiega il dirigente scolastico Francesco Ficicchia: “Vi sono principalmente tre categorie di alunni con Bes: gli alunni con Disturbi specifici di apprendimento (Dsa) o con Adhd, quindi con deficit di attenzione o di iperattività; gli alunni con disabilità certificate di tipo fisico, motorio o cognitivo; e gli alunni con deficit di tipo socio-culturale”.
Quanto al Pdp- spiega il dirigente – “nei primi due casi il piano didattico personalizzato è obbligatorio, perché ci troviamo in presenza di un disturbo di apprendimento o di una disabilità certificati, di diagnosi riconosciute, insomma, e quindi la scuola non può esimersi dal produrre un documento didattico personalizzato, per questi alunni; nell’ultimo caso, quello relativo al disagio socio culturale, il Pdp non è obbligatorio, per quanto è comunque fortemente consigliato”.