Da anni la scuola italiana si occupa, e anche con successo, di trovare strategie sempre nuove e sempre più efficaci di inclusività per gli alunni più fragili. Ma fino a questo momento non ha mai preso in seria considerazione una minoranza di alunni, sono circa il 5% della popolazione scolastica, che sfuggono agli standard della cosiddetta normalità perché, a causa, si fa per dire, del loro alto, o altissimo, potenziale cognitivo, si pongono come “diversi” nella classe e spesso sono etichettati come alunni difficili. Solo nel 2019, con la Nota Ministeriale 562, si fa riferimento esplicito ai bambini ad alto potenziale intellettivo, definiti Gifted children in ambito internazionale, e si considera corretta la prospettiva della personalizzazione degli insegnamenti, la valorizzazione degli stili di apprendimento individuali e il principio di responsabilità educativa, valutando, da parte del Team Docenti della primaria o dei consigli di classe, l’eventuale decisione di redigere un Piano Didattico Personalizzato.
Quando la formazione rischia di… deformare
Spesso si crede che un docente bravo possa insegnare facilmente a qualsiasi studente, ma non è così perché le caratteristiche cognitive ed emotive degli alunni gifted, ad alto potenziale, richiedono competenze che possono essere acquisite solo da una formazione specifica. (VAI AL CORSO)
Infatti non sempre è facile riconoscere la “diversità” di questi ragazzi e spesso gli insegnanti non riescono a interpretare correttamente il loro malessere e, di conseguenza, a sostenere la velocità dello sviluppo e della crescita delle loro potenzialità all’interno della scuola.
Il rischio, infatti, è che queste capacità mentali, superiori spesso a quelle degli adulti o dei loro stessi genitori, vengano considerate un “disturbo”, soprattutto nella scuola, che può fare l’errore di livellare il loro apprendimento a quello del resto della classe, con l’alto rischio di sviluppare frustrazione durante le lezioni scolastiche, che può portare a conseguenze estreme, quale quella di abbandonare la scuola. Frequenti sono, infatti, le strategie didattiche ed educative a impatto negativo che mortificano questi alunni, talvolta fino a farli giungere a forme di demotivazione così pesanti da sfociare, appunto, nel rifiuto di entrare in classe e di frequentare le lezioni.
La scuola come risponde ai bisogni degli alunni gifted?
Che cosa è il potenziale? Che cosa significa essere alunni gifted? Quali problemi la giftedness pone ai docenti e ai compagni di classe? Quali problemi pone agli stessi alunni ad alto potenziale?
Domande alle quali non è possibile rispondere improvvisando. E’ necessaria una formazione specifica per questi alunni, perché bisogna imparare a non farsi fuorviare da una lettura stereotipata dei loro comportamenti spesso “disturbanti”.
Infatti è solo da una comprensione profonda dei loro comportamenti che è possibile valorizzare il potenziale con interventi mirati e precoci utili a individuare le diversità e a trovare le strategie didattico-educative più idonee a valorizzarle.
La storia dell’alunno, quindi, deve rappresentare il punto di partenza e di arrivo per un lavoro di analisi e di lettura di squadra dei docenti nei diversi segmenti formativi, per costruire un progetto su misura, uniforme, non segmentato, che possa valorizzare il suo potenziale e consentirgli di autodeterminarsi nella costruzione del suo progetto di vita.
Il corso
Su questi argomenti il webinar Alunni con capacità al di sopra degli standard, che si svolgerà dal 21 al 28 giugno prossimo e si propone di dare indicazioni su principi, modalità e strumenti di osservazione sistematica e mirata dei comportamenti e di fornire proposte organizzative e operative concrete per valorizzare il potenziale di ciascun alunno.