La legge 170 del 2010, riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e si pone il fine di garantire il diritto all’istruzione e alla formazione di dette persone.
I DSA sono quei soggetti che pur presentando capacità cognitive adeguate e in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, manifestano delle difficoltà nella lettura, nella scrittura e nel fare i calcoli.
La diagnosi dei DSA è eseguita dal Servizio sanitario nazionale su richiesta dei genitori ed è comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente.
Il docente, dopo aver messo in atto adeguate attività di recupero didattico per sospetto caso di DSA, ha il dovere di comunicarlo alla famiglia affinché provveda a far attivare interventi tempestivi, idonei ad accertarne l’esistenza.
Fra i compiti della scuola assume rilevanza la formazione dei docenti al fine di consentire loro la capacità di individuare precocemente quei segnali e la conseguente capacità di applicare strategie didattiche, metodologiche e valutative adeguate nel caso in cui in classe dovessero ritrovarsi un allievo con difficoltà apprenditive.
Il gruppo docente che opera nella classe in cui è incluso l’alunno DSA elabora un Piano Didattico Personalizzato volto a promuovere e garantirne il diritto allo studio e il successo scolastico anche degli alunni con DSA.
Il Piano Didattico Personalizzato va redatto all’inizio dell’anno scolastico e consegnato alla famiglia entro il mese di novembre.
Nel PDP va indicato:
Gli strumenti compensativi sono per lo più degli tecnologici come l’MP3, il computer, il registratore che il gruppo docente ritiene opportuno utilizzare per favorire il processo apprenditivo dell’alunno.
Per misure dispensative s’intendono tutte quelle prestazioni che il gruppo docente reputa non essenziali da poter esonerare all’alunno con DSA ai fini della qualità dei concetti da apprendere come es. la lettura ad alta voce.
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