Alunni diabetici, il trattamento a scuola cambia con la Regione
Lo sapevate che solo ai diabetici piemontesi è offerta la palestra gratis? E che soltanto ai bambini toscani, in caso di emergenza, l’insegnante può iniettare l’insulina a scuola? Anche se i pazienti sono tutti uguali, il trattamento che le istituzioni – a cominciare dalla scuola – riservano ai bambini affetti da questa malattia, cambia da un luogo all’altro: basta dire che in Italia ci sono venti Regioni e altrettanti modi diversi di pensare al diabete, scrivere normative e farle rispettare.
La denuncia è contenuta nel primo Rapporto nazionale sulla legislazione delle Regioni italiane in tema di diabete, presentato durante il XXIII Congresso nazionale della Società italiana di diabetologia, a Padova dal 9 al 12 giugno, alla presenza dei massimi esperti italiani in materia: nell’occasione è stato sottolineato come ben 132 diversi atti legislativi, spesso insufficienti e lacunosi, disegnano un Paese ‘a macchia di leopardo’ dove non tutti i pazienti hanno le stesse opportunità assistenziali e di cura. Sempre rimanendo nell’istruzione, soltanto Toscana, Lombardia e Campania hanno pensato a interventi specifici per aiutare e migliorare l’inserimento scolastico dei bambini diabetici. E la Toscana è l’unica Regione ad aver previsto anche la possibilità della somministrazione di insulina da parte del personale docente ai bimbi con meno di 7 anni. Le Regioni hanno provveduto ad emanare leggi e delibere che solo in parte hanno raccolto le indicazioni del legislatore e che soprattutto hanno determinato una differente interpretazione della stessa legge: appena cinque Regioni hanno recepito le indicazioni per la patente di guida disposte dal nuovo Codice della strada, solo 8 hanno predisposto regole per la prescrivibilità dei microinfusori, solo al Centro distribuiscono farmaci e strisce reattive direttamente attraverso le Asl per un miglior controllo della spesa. La Toscana e il Piemonte sono le Regioni più virtuose che hanno scritto sul diabete il maggior numero di atti legislativi. Fanalini di coda sono la Liguria, che non ha ancora una legge regionale al pari della Calabria, la Puglia, che ha dedicato al diabete soltanto poche righe nell’ambito del Piano Sanitario Regionale, e la Basilicata che ha varato una legge regionale, seppur organica, soltanto due mesi fa, con oltre 20 anni di ritardo dalla legge 115′. La Sid ha recuperato e analizzato oltre 200 atti legislativi promulgati delle Regioni negli ultimi anni in materia di diabete, eliminando poi tutti quelli superati da norme successive per arrivare a raccoglierne nel rapporto 132. La legge 115 del 1987, infatti, dava mandato alle Regioni di predisporre progetti-obiettivo, azioni programmate ed altre iniziative dirette a fronteggiare il diabete, ponendo il nostro Paese all’avanguardia nell’applicazione di principi di tutela della salute dei diabetici. Gli interventi avrebbero dovuto essere rivolti, ad esempio, alla prevenzione e alla diagnosi precoce del diabete, al miglioramento delle cure, alla prevenzione delle complicanze, ad agevolare l’inserimento dei diabetici nelle attività scolastiche, sportive e lavorative, a migliorare l’educazione e la coscienza sociale generale per prevenire la malattia.