A quasi un mese dall’inizio dell’anno scolastico, la mancata assegnazione dei docenti di sostegno sulle tante cattedre in deroga sta diventando un problema serio. In alcuni istituti, le famiglie degli alunni disabili hanno perso la pazienza.
In una scuola superiore della provincia di Sassari, la madre di una studentessa di 19 anni con disabilità ha ritirato la ragazza dalla scuola.
La donna ha scritto su Facebook una serie di ‘post’ diventati virali. “Bene anche oggi F. si ritrova sola in classe a guardare i suoi compagni che fanno lezione, poiché lei non ha ancora nessuna insegnante: cosa dovutagli”.
“Pensate una ragazza, 4 ore seduta in un banco a guardare gli altri. Mi vedo costretta a ritirare F. da scuola. Sicuramente tutto ciò avrà delle conseguenze danni morali alla ragazza”.
Il caso non è isolato: il quotidiano ‘La Nuova Sardegna’ ha scritto che, sempre nel Sassarese, a Porto Torres, un alunno che frequenta le scuole medie è stato lasciato a casa dalla madre, perchè dall’Ufficio scolastico gli hanno concesso solo 7 ore di sostegno a settimana piuttosto che 18.
Anche i sindacati locali si sono mobilitati. E minacciano lo sciopero. “Se la situazione non dovesse cambiare- ha detto Paolo Dettori, segretario generale della Cisl Fp territoriale – siamo pronti a proclamare uno sciopero. Non è possibile che decine di ragazzi siano costretti a restare a casa perché viene loro negata l’assistenza e quindi il diritto allo studio”.
Il 4 ottobre, il sindacalista ha partecipato ad un vertice in Provincia a Sassari per cercare di risolvere la situazione.
Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, la riunione, convocata dal commissario della Provincia Pietro Fois, si è conclusa con l’impegno di fare pressing sulla Regione per sbloccare i fondi destinati ad aumentare le quote di servizio assegnate ai vari istituti scolastici.
“Apprezziamo l’impegno e la disponibilità dimostrati dal commissario Pietrino Fois, e ci auguriamo che ci siano novità positive entro la prossima settimana – dice Dettori – Disponibilità che invece non abbiamo riscontrato nelle parole e nell’atteggiamento del dirigente dell’ufficio scolastico”.
Il problema, però, non riguarda solo il Nord della Sardegna. Nei giorni scorsi, a ridosso dell’inizio della scuola, l’assessore regionale all’ istruzione, Elena Donazzan, ha denunciato che diversi istituti scolastici non hanno accolto gli alunni disabili in classe, chiedendo alle famiglie di tenerli a casa per la carenza di insegnanti di sostegno.
“La cosa gravissima – ha detto l’assessore – è che si tratta di bambini con certificazioni, quindi i più fragili, spesso con disabilità”.
“Sto verificando con l’Ufficio scolastico regionale la portata del problema – aggiunge – che pure avevo evidenziato già da qualche mese”, ha concluso Donazzan.
Solo pochi giorni fa, anche a proposito della carenza di docenti di sostegno, il nuovo ministro Lorenzo Fioramonti, parlando a Trieste ai dirigenti scolastici del Friuli Venezia Giulia, ha dettato la linea sul nuovo reclutamento.
Per l’immissione in ruolo, ha annunciato Fioramonti, “delle persone abilitate occorre fare in modo che ci siano concorsi per docenti regolari, almeno ogni biennio”, ha detto il ministro, annunciando quindi di volere proseguire, almeno su questo versante, l’opera avviata da Marco Bussetti, il suo predecessore al dicastero di Viale Trastevere, che la scorsa estata aveva avviato “la stagione dei concorsi”.
Alunni disabili senza sostegno, i genitori li ritirano da scuola
Nel caso dei docenti di sostegno, tuttavia, il problema è più complesso: per essere immessi in ruolo, infatti, occorre non solo avere l’abilitazione all’insegnamento, ma anche la specializzazione in didattica speciale. Solo dopo avere fatti propri questi due titoli, si può partecipare al concorso.
La specializzazione è un titolo che viene conferito al termine dei corsi istituiti periodicamente dalle Università accreditate dal ministero dell’Istruzione: solo che i posti messi a bando risultano sempre in estremo difetto rispetto alle necessità effettive.
Nell’ultima tornata selettiva, ad esempio, sono stati messi a bando circa 15 mila posti. Con delle regioni, come il Piemonte, che si sono dovute accontentare di poche centinaia di posti.
Le cattedre vacanti, nel frattempo aumentano, oltre alle oltre 50 mila in deroga, assegnabili solo ai supplenti annuali, ve ne solo circa 15 mila di diritto. E i posti risultano anche in aumento, perché il numero di alunni disabili cresce al ritmo di 10 mila unità in più l’anno.
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