L’associazione “Con i bambini” e la fondazione “OpenPolis” hanno realizzato il report sul tema dell’inclusione degli alunni con disabilità nelle scuole.
Circa il 3% degli alunni che frequentano le scuole italiane, da quelle per l’infanzia alle superiori, è portatore di una disabilità.
Sono 272.167 gli alunni con diritto al sostegno che frequentano la scuola, da quella d’infanzia alle superiori.
Il tipo di problema di salute più frequente è la disabilità intellettiva, che riguarda il 46% degli alunni con diritto al sostegno. La metà degli studenti con sostegno (48%) presenta più di una disabilità o disturbo.
In particolare gli alunni con disabilità intellettiva nel 61% dei casi hanno anche altri problemi di salute.
Negli ultimi trent’anni è cresciuta la quota di alunni la cui disabilità è stata certificata.
Questi dati chiamano quindi in causa la capacità del sistema educativo di saper includere.
I dati più recenti rilasciati da Istat mostrano come solo un terzo delle scuole risulti completamente accessibile dal punto di vista fisico-strutturale.
La quota di scuole accessibili dal punto di vista sensoriale è più bassa (17,5%). Questi dati si distribuiscono in modo disomogeneo tra i diversi territori italiani.
La Valle d’Aosta è la regione con meno barriere fisiche, in fondo alla classifica Campania e Molise, che si attestano sul 22% di edifici scolastici accessibili.
Rispetto alle barriere sensoriali, a fronte di una media del 17,5%, il territorio con le scuole più accessibili è la provincia autonoma di Bolzano (38,4%), mentre meno di una scuola calabrese su 10 (8,5%) possiede almeno un facilitatore sensoriale.
Negli ultimi anni, la presenza delle barriere percettive non è mutata in modo sensibile, mentre ci sono stati dei miglioramenti sulle barriere fisiche.
Nell’anno scolastico 2013/14 le scuole elementari e medie accessibili dal punto di vista fisico erano meno del 14% del totale. Da allora c’è stato un incremento di quasi 20 punti percentuali.
Gli aumenti più consistenti si sono registrati in Valle d’Aosta (+43,2 punti), nella provincia autonoma di Trento (+25,3) e in Emilia Romagna (+24,3).
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