Sulla vicenda della sentenza del Consiglio di Stato in materia di assistenza ad alunni con disabilità di cui la nostra testata si è occupata nei giorni scorsi, interviene in queste ore il senatore Orfeo Mazzella (M5S) che protesta vivacemente per la decisione della giustizia amministrativa.
“Resto senza parole nell’apprendere che un comune italiano abbia deciso di ridurre le ore di assistenza scolastica assegnate ad uno studente con disabilità, rispetto a quanto previsto nel Piano Educativo Individualizzato (Pei)” afferma Mazzella che aggiunge: “Non solo, il Consiglio di Stato ha respinto l’appello e ha ribadito che, relativamente alle ore di Assistente Specialistico all’Autonomia e alla Comunicazione, il Pei ha valore di proposta e non di vincolo, attribuendo agli enti locali la competenza di assegnare le risorse per l’assistenza scolastica nei limiti delle risorse disponibili”.
“Ritengo – conclude il parlamentare 5S – che, al netto di ogni schieramento politico, l’Esecutivo abbia il dovere di intervenire quanto prima per sanare normativamente questa criticità che rischia di creare un precedente che potrebbe danneggiare migliaia di bambini e ragazzi fragili, che necessitano di essere aiutati e non certo abbandonati dalle istituzioni”.
Per una igliore comprensione della vicenda va chiarito che, con la propria sentenza, il Consiglio di Stato distingue nettamente fra sostegno didattico a carico dello Stato e assistenza a carico dell’Ente Locale; mentre il sostegno si configura come un diritto soggettivo dell’alunno costituzionalmente garantito, l’assistenza è un diritto che va contemperato con le esigenze di bilancio dell’Ente Locale in quando non inciderebbe, secondo il CdS, sul diritto allo studio e all’istruzione.
D’altronde lo Stato non può obbligare vincolare Comuni e Regioni su questa materia, in quanto gli Enti Locali, come prevede la Costituzione stessa, sono organi che godo di ampia autonomia finanziaria.
Certamente la vicenda appare piuttosto intricata sotto il profilo giuridico ed è non sarà facile trovare una soluzione adeguata.
A meno di non incominciare a pensare seriamente alla statalizzazione del personale addetto all’assistenza agli alunni con disabilità, personale che, oggi, è quasi sempre dipendente da cooperative sociali o altre organizzazioni del terzo settore che operano a loro volta in regime di convenzione con Comuni e Regioni.
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