È davvero bassa l’adesione alle gite di istruzione degli alunni disabili: appena un alunno su quattro alla primaria e uno su due alle medie e superiori. I dati sono contenuti nel report dell’Istat, diffuso il 19 dicembre, relativo all’anno scolastico 2013/2014, dal quale si desume che sono quasi 85 mila gli alunni con disabilità nella scuola primaria (3% del totale degli alunni) mentre nella scuola secondaria di primo grado se ne contano più di 65 mila (3,8% del totale).
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Lo stesso report indica che se può essere considerata buona la partecipazione degli alunni disabili a uscite didattiche brevi senza pernottamento organizzate dalla scuola, con il 90% di giovani con sostegno coinvolti, il coinvolgimento di questi studenti nelle gite di istruzione con pernottamento è molto meno frequente: solo il 26% degli alunni della primaria e il 51% di quelli della secondaria.
Non è facile commentare questo genere di numeri, soprattutto perché bisogna sempre considerare le difficoltà logistiche e di vario genere che spesso si riscontrano quando si fa un lungo viaggio con un alunno portatore di disabilità. Rimane, però, sicuramente tanta amarezza: a questi giovani, infatti, vengono negate esperienze culturali e di crescita importanti. La domanda allora è: ma si fa sempre il massimo, tra docenti, famiglia ed equipe psico-pedagogica, per permettere loro di partecipare alle gite di istruzione?
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