Se la scuola pubblica non garantisce il servizio per cui è nata, il diritto allo studio dei suoi alunni, c’è qualcosa che non va. Anzi, più di qualcosa.
È quello che stanno sostenendo da più di cento giorni i genitori di una studentessa disabile di 18 anni, della provincia di Palermo.
Eleonora, scrivono le agenzie di stampa, non va più a scuola da dicembre, da quando è stato interrotto il servizio di assistenza igienico-personale, previsto dalla legge.
La giovane, iscritta all’Istituto superiore Ugo Mursia di Carini, nella provincia palermitano, sarebbe costretta a rimanere a casa perché a scuola non c’è più nessuno che si occupa di lei.
“Non abbiamo più punti di riferimento – ha detto il padre ai cronisti – Abbiamo cercato in ogni modo di fare tornare a scuola nostra figlia. Il pulmino che è stato trovato per venirla a prendere non era adeguato al trasporto dei ragazzi con la sedia a rotelle. Viviamo da mesi nel totale abbandono. Il sindaco di Carini ha fatto quello che ha potuto, ma non spetta a lui garantire il servizio”.
“Non vorrei che alla fine dell’anno mia figlia venga bocciata per le assenze che ha fatto non certo per sua volontà”, conclude il genitore di Eleonora.
Il servizio di assistenza agli alunni disabili, affidato alle cooperative sociali, da non confondere con l’insegnamento di sostegno, è stato infatti sospeso.
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In pratica, alla scuola vengono a mancare gli operatori specializzati che garantiscono l’assistenza agli alunni disabili, per arrivare a scuola e tornare a casa, per andare in bagno oppure per mangiare. E per tutte le necessità pratiche che si vengono a creare.
Gli enti locali, del resto, da anni devono fare i conti con budget tagliati oppure emessi in ritardo. Così non autorizzano l’assegnazione dei contingenti necessari alle scuole: a partire da quelli rivolti agli alunni non autonomi.
Poi ci sono i casi di alunni disabili respinti dalla scuola, senza motivazioni chiare. Come è accaduto nei giorni scorsi a Lanciano, in Abruzzo, dove una mamma si è rivolta alle forze dell’ordine, dopo che si è vista rifiutare l’iscrizione di suo figlio in tre scuole medie perché il figlio è autistico.
In ogni caso, non interessa risalire alle colpe. Il diritto allo studio viene prima di tutto. Vale per gli studenti: normodotati o disabili che siano. In ospedale, non si fa differenza tra i malati bisognosi di cure: queste, si assicurano ai bravi cittadini come ai peggiori delinquenti.
Ecco perché se a pagare sono gli alunni, non ci sono dubbi: la scuola ha fallito la sua mission.
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