Disabilità

Alunni disabili rifiutati da scuola, i sindacati: “carenze strutturali del sistema scolastico romano”

Sulla questione degli istituti di Roma che non hanno accettato gli alunni disabili sono intervenuti oltre al Ministero dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, anche le Segreterie Regionali del Lazio dei quattro sindacati Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda che, con una nota unitaria, hanno puntato i dito contro il sistema scolastico.

La notta integrale

Nei giorni scorsi, abbiamo avuto modo di leggere sui giornali la vicenda di quattro alunni disabili la cui iscrizione non è stata accettata da diversi istituti superiori della capitale. Il coinvolgimento nella vicenda di alcune scuole note per aver attuato negli anni una politica di inclusione fino ai limiti ultimi della praticabilità didattica dimostra con evidenza che questa situazione è stata determinata dalle carenze strutturali che caratterizzano, non da ora, il sistema scolastico romano. Aule insufficienti e classi sovraffollate, di cui si nega l’esistenza in base a rapporti statistici alunni/classe che dimostrano in pieno quanto avesse ragione Trilussa nella sua famosa “media del pollo”, sono le cause di quanto accaduto.

Purtroppo, a questa vicenda si è data, ancora una volta, la più classica ed inefficace delle risposte possibili: l’invio degli ispettori, per un accertamento che, mentre non può dare soluzioni ai problemi riscontrati, sposta però l’attenzione dal “sistema” alle “singole scuole”, instillando il dubbio che il problema sia, in qualche modo e in qualche misura, riconducibile alla responsabilità di questo o quell’istituto, di questo o quel dirigente scolastico.

Invece, il problema è proprio il sistema, come del resto aveva già dimostrato la vicenda della pandemia,
durante la quale, per dare risposta all’ esigenza di un minimo distanziamento tra gli alunni, si è dovuto fare
ricorso anche ad aule e locali messi a disposizione dalle parrocchie.

L’invio degli ispettori è una risposta facile quanto elusoria. Molto più concreta sarebbe una risposta di governo, a partire dal dotare il sistema laziale dell’organo apicale, il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, la cui sede è ormai vacante da circa due mesi. Non è tollerabile doverne attendere diversi altri, come già accaduto l’ultima volta.

Valditara avvia l’ispezione in 13 scuole superiori di Roma

“Se confermato – ha affermato il ministro del dicastero bianco – il racconto dei genitori descriverebbe un quadro allarmante. Interverremo rapidamente per fare piena chiarezza su questa vicenda ed effettuare tutte le verifiche necessarie rispetto a una questione così importante e delicata, che merita la massima attenzione”. 

Intanto, sulla mancata accettazione degli studenti con disabilità sembra che abbiano avuto un peso importante le carenze strutturali degli istituti.

Secondo il parlamentare Pd Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari Sociali e componente della segreteria, si tratta di “una circostanza gravissima” e per questo ha presentato “un’interrogazione a Valditara“.

La denuncia dei genitori: “I nostri figli hanno diritto a studiare”

“Non mi sarei mai aspettata che di vivere una situazione simile – ha detto all’Ansa una delle madri dei ragazzi con disabilità – è stata un’odissea. Abbiamo contattato 12-13 licei ma alla fine sono stata costretta iscrivere mio figlio in una scuola paritaria. Il ministero faccia qualcosa”.

La donna ha spiegato che dopo il rifiuto da parte di un istituto agrario della capatale, malgrado anche l’intervento dell’Usr laziale, del figlio, come degli altri tre con disabilità, “si è preoccupata anche la dirigente scolastica dell’istituto dove sono tutt’ora iscritti i quattro i giovani.

“Perché li dovete iscrivere in queste scuole… una scuola vale l’altra se non sono in grado di fare grandi cose’”, avrebbe detto un’insegnante di sostegno delle scuole a cui era stata chiesta l’iscrizione.

La donna, a quel punto, ha rivolto un appello al ministero dell’Istruzione e del Merito “perché questo non accada più, affinché si applichi la precedenza – in teoria già data dalla legge 104 – per le iscrizioni di questi ragazzi. I nostri figli hanno diritto a studiare. Per questo, però, servono risorse maggiori per gli insegnanti sostegno. E dei fondi per far sì che le scuole prevedano laboratori e attività idonee“.

Redazione

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