In tutto lo Stivale la ripartenza della scuola è ormai iniziata da qualche settimana, ma non ha visto tra i protagonisti proprio tutti gli aventi diritto. Purtroppo, a conti fatti, la categoria che più risente di uno stop forzato è quella dei ragazzi con disabilità. Infatti, molti municipi della Capitale continuano a ridurre le ore di assistenza scolastica. E così, in questo clima di incertezze e false partenze, le zone di Corviale, Tor Bella Monaca e Cesano hanno ridotto di un terzo il monte ore, passando da 15 a 10 ore settimanali.
A farne le spese, oltre ai diretti interessati (gli studenti), sono anche le loro famiglie. Chi può permetterselo, infatti, decide di sgombrare il campo delle attese facendo ricorso a operatori privati, per un costo complessivo di 1000 euro al mese. Chi, invece, non può, è costretto a porre fine al diritto allo studio, facendo rimanere i bambini a casa. Diverse le domande che non trovano risposta, tra cui il dubbio su dove siano finiti i fondi e i risparmi consentiti dal lockdown, derivati dall’attribuzione della cassa integrazione agli assistenti.
Con il progredire della pandemia, la situazione cambia, ma in negativo. Se alle scuole medie un professore entra a contatto con un caso Covid-19, il corpo docenti di tutte le classi della sezione coinvolta va automaticamente in quarantena. Ciò comporta la mancanza dell’insegnante in aula che, in questo caso, viene sostituito da chi è deputato a fare sostegno. Ma quest’ultimo viene meno al suo ruolo primario, lasciando solo a sé stesso lo studente con disabilità.
Proprio per questo motivo, a gran voce i genitori hanno portato avanti diverse richieste, tra cui quella di far intervenire, in maniera temporanea, il personale Oepac (Operatore educativo per l’autonomia e la comunicazione), il cui lavoro è erogato direttamente dal Municipio che riceve i fondi dal Campidoglio. Si tratta di una forma di assistenza che accompagna gli alunni con disabilità in giardino, a fare ricreazione o a cambiarsi.
La situazione in questo momento sembra fluttuare sul mare delle incertezze, lasciando naufragare uno dei diritti fondamenti, quello allo studio.
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