In Italia i dati sulla dispersione sono da allarme rosso. Perché se si considerano coloro che non lasciano a tutti gli effetti, ma nemmeno poi raggiungono la maturità, poiché convogliati nei Cfp, il computo nazionale del 17,6%, già ben oltre la soglia indicata dall’Ue, andrebbe incrementato di altri 10 punti percentuali. A sostenerlo, il 20 gennaio, è stato Gianfranco De Simone, della Fondazione Giovanni Agnelli presentando, in Campidoglio, ‘Lost – Dispersione scolastica: il costo per la collettività e il ruolo di scuole e Terzo settore’, organizzata dal Cesv.
“Le statistiche europee – ha detto De Simone – mettono in evidenza che il 17% di giovani tra i 18 e i 24 anni in Italia, ovvero circa 500 mila persone, abbandona la scuola prima di finire la maturità, a fronte di un obiettivo europeo del 10% che poi in Italia è stato rideclinato al 15%.
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Nel nostro paese, inoltre, a differenza degli altri stati dell’Unione, coloro che frequentano corsi regionali di istruzione professionale sono conteggiati come quelli che raggiungono un’Istruzione secondaria, anche se il loro percorso scolastico è molto più breve e non permette di accedere all’Università. Se si tiene conto di questo, sale al 28-30% la percentuale di coloro tra i 18 e i 23 anni che non conseguono una maturità vera e propria. Ossia oltre 900 mila persone”.
Il rappresentante della Fondazione Giovanni Agnelli ha tenuto poi a dire che “il terzo settore mobilita fino a 60 milioni di euro annualmente per contrastare la dispersione scolastica, almeno 400 euro a studente, e anche le scuole fanno molto in termini di progettualità . Ma scuola e terzo settore non sono abbastanza in rete, serve che il pubblico crei il ponte per collaborare effettivamente. Nell’area metropolitana di Roma la collaborazione tra scuola e terzo settore appare comunque più avviata”, ha concluso.
Alla presentazione dello studio in Campidoglio hanno preso anche degli assessori capitolini. Paolo Masini, assessore alla Scuola di Roma Capitale, ha detto che “il dato sulla dispersione scolastica a livello italiano é molto alto, come dimostra questa importante indagine che abbiamo presentato in Campidoglio e che ci descrive come un ragazzo su quattro abbandoni prematuramente gli studi”.
“Un problema – ha aggiunto Masini – che si riflette negativamente a livello sociale, ma anche sugli obiettivi europei di istruzione secondaria e di frequenza universitaria. Il nostro impegno nel contrasto alla dispersione scolastica é massimo, e lo proseguiremo, nell’auspicio di avere maggiori risorse, valorizzando le tante realtà della scuola impegnate su questo tema – a partire dai dirigenti scolastici – e rafforzando quella sinergia tra scuola e terzo settore che già oggi a Roma impegna più di un milione di euro nella lotta contro l’abbandono scolastico”.
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