La popolazione scolastica europea – e non solo – inizia sempre più a percepire disagio in materia di attività assegnate, competitività e didattica frontale. Specie dopo le prolungate chiusure proprie dell’emergenza sanitaria da COVID-19, gli studenti accusano l’affiorare di condotte proprie di disturbi associabili ad ansia e depressione (+ 32 %, The Guardian) per la didattica frontale. Questo ha prodotto dei rallentamenti in materia di rendimento e prestazioni circa le discipline di base (dati PIRLS, biennio 2022-23). Ciò ha prodotto di fatto, assieme all’intensificarsi di attività non propriamente didattiche, enorme stress tra docenti e studenti, con timori e problematiche relative. Lo stress ‘buono’, si legge nella ricerca norvegese pubblicata di recente, permette di pianificare, stimolare e raggiungere obiettivi prefissati; quello ‘cattivo’, assai intenso e maggiormente accusabile, crea ansia e pressione che pregiudicano le prestazioni e conducono il soggetto in un circolo vizioso. Valutiamo quali fattori ed elementi costituiscono la maggiore causa di stress per la popolazione scolastica.
Secondo i dati trasversali del sondaggio norvegese Ungdata del 2021, che ha coinvolto adolescenti delle scuole secondarie inferiori e superiori in diverse realtà europee, due terzi degli adolescenti norvegesi hanno partecipato al sondaggio, garantendo l’anonimato dei dati. Lo studio ha esaminato le variabili suddivise per scuola secondaria inferiore e superiore, nonché per genere. Utilizzando SPSS, sono state condotte regressioni lineari e aggiustamenti dei risultati in base allo stato socioeconomico (SES). Complessivamente, il campione includeva 139.841 adolescenti. I risultati indicano che le ragazze, sia nelle scuole inferiori che superiori, riportano livelli più elevati di stress scolastico percepito, minor attenzione percepita dagli insegnanti e minore soddisfazione di vita rispetto ai ragazzi.
Sono emerse criticità significative riguardanti la soddisfazione di vita tra entrambi i sessi nelle scuole secondarie inferiori e superiori, specialmente tra coloro che hanno segnalato un alto livello di stress scolastico percepito e bassi livelli di attenzione da parte degli insegnanti. Il rapporto ha anche evidenziato associazioni robuste tra i livelli di attenzione percepita dagli insegnanti e di soddisfazione di vita, considerando il genere e il livello scolastico degli adolescenti.
Un maggiore stress scolastico percepito è stato fortemente correlato a una minore soddisfazione di vita tra gli adolescenti coinvolti, sia maschi che femmine, sia nelle scuole inferiori che superiori. Secondo lo studio, la qualità della relazione con gli insegnanti gioca un ruolo cruciale nella vita quotidiana di questi giovani. La cura percepita degli insegnanti è emersa come un fattore moderatore significativo. Queste scoperte suggeriscono implicazioni importanti per la formazione degli insegnanti, la loro pratica quotidiana e le politiche educative. È fondamentale che gli insegnanti, sostiene lo studio in oggetto, siano consapevoli del loro impatto sulla soddisfazione di vita degli studenti norvegesi, e dovrebbero essere incoraggiati a sviluppare strategie per migliorare la qualità della loro interazione con gli adolescenti. Per ridurre lo stress scolastico e migliorare il benessere degli studenti, è consigliabile incoraggiare un ambiente scolastico positivo e supportivo, favorire la comunicazione aperta tra studenti e insegnanti, e promuovere attività extracurriculari che possano offrire un equilibrio tra studio e svago.
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