Per il 2014/2015 l’organico di diritto nelle scuole di ogni ordine e grado supererà di poco le 600mila unità, numero al quale vanno però aggiunti i docenti di religione cattolica e poco più di 81mila posti di sostegno.
Rispetto al 2013/2014 il sostegno subirà di un incremento consistente (13mila posti circa), mentre i posti comuni saranno perfettamente uguali a quelli dell’anno in corso, anche se – nel frattempo – il numero complessivo degli alunni è aumentato di qualche decina di migliaia di unità.
E infatti i sindacati hanno già fatto sapere di non essere per nulla d’accordo.
Ma il fatto è che l’invarianza degli organici non è una decisione del Ministro di turno dal momento che sta scritta in modo chiaro nell’art. 19, comma 7, del decreto legge 98/2011: “A decorrere dall’anno scolastico 2012/2013 le dotazioni organiche del personale docente, educativo ed ATA della scuola non devono superare la consistenza delle relative dotazioni organiche dello stesso personale determinata nell’anno scolastico 2011/2012”.
In effetti dal DL 98 in poi ci sarebbe stato tutto il tempo di modificare la norma, se solo il Governo lo avesse voluto, ma né il ministro Profumo, né il ministro Carrozza si sono mai spesi più di tanto per tentare di far cambiare una norma palesemente sbagliata dal momento che non tiene neppure conto dell’incremento demografico.
Certo è che in questi anni – in sede di definizione di organico di fatto – le situazioni più pesanti sono state in qualche modo affrontate e risolte almeno in parte, ma con il risulto che i fondi per istituire nuovi posti annuali sono stati ricavati dai risparmi di sistema derivanti dal Piano Tremonti-Gelmini, con il risultato. Ma questo meccanismo ha determinato l’erosione pressoché totale dei risparmi che non sono bastati neppure per riconoscere gli aumenti stipendiali legati all’anzianità. Alla fine, per pagare questi, si è dovuto intaccare il fondo di istituto.
Alla resa dei conti, insomma, i posti in più necessari per sdoppiare le classi numerose dovute all’incremento demografico sono stati pagati con risorse che erano già nella disponibilità del Miur.
Per il 2014/2015 è previsto un leggero incremento dei posti nella scuola dell’infanzia, mentre nella primaria ci sarà un calo di poco meno di un centinaio di posti. Nella secondaria di II grado l’incremento sarà di circa 600 unità. Il tutto sarà compensato con un taglio di 900 posti nella secondaria di I grado.
Si perderanno 500 posti in Sicilia, 400 in Campania e 340 in Puglia, mentre se ne acquisteranno 400 in Lombardia e in Emilia-Romagna e 250 nel Lazio.