Niente più lezioni estive in classe: con la fine dell’anno scolastico bambini e adolescenti potrebbero essere impegnati in attività all’aperto, assieme alle loro famiglie se lo vorranno. È l’idea che sta prendendo corpo tra più di un ministro del governo Draghi. Ne hanno parlato, con una certa insistenza, giovedì 15 aprile i ministri Bianchi, Gelmini e Bonetti con i rappresentanti dei Comuni e delle Province. A sponsorizzare più di tutti l’iniziativa c’era la neo sottosegretaria con delega allo sport, Valentina Vezzali: l’ipotesi su cui avrebbero trovato un’intesa è quella di avviare, con avvio dalla seconda decade di giugno, dei corsi sportivi gratuiti per le famiglie con un Isee inferiore ai 25 mila euro, coinvolgendo le federazioni e le associazioni del settore.
Le attività sportive saranno quelle più gettonate: del resto, durante il lockdown il 48% dei bambini e il 30% dei ragazzi ha smesso di fare sport.
Durante i centri estivi, però, si svolgeranno anche corsi di lingue, informatica, teatro, musica, arte, scienze, tecnologia e teatro.
La ministra per la Famiglia Elena Bonetti, durante un’audizione avvenuta poco prima in Commissione Infanzia, ha spiegato che si sta studiando la possibilità di riproporre l’esperienza dello scorso anno, quando il Dipartimento fece un investimento di 199 milioni di euro: anche nel 2021, ha detto, “faremo azioni di sostegno all’educazione non formale, con un allargamento al mondo della cultura e dello sport”.
Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro ha sollecitato a finanziare al più presto l’attività dei centri estivi e assicurare un iter rapido e diretto per la loro attivazione.
Decaro ha quindi ringraziato la ministra Bonetti “per la tempestività con la quale ha dato seguito alle richieste che abbiamo avanzato come sindaci. A noi amministratori locali – ha evidenziato – preme una cosa su tutte: offrire un’occasione di socializzare, stare insieme, fare sport e imparare, ai ragazzi che hanno sofferto questo anno di pandemia e restrizioni e ne hanno bisogno più che mai.
Con questa attività, “nella quale i Comuni naturalmente coinvolgeranno ludoteche, impianti sportivi, associazioni, parrocchie – ha concluso il presidente Anci – saremo in grado di fornire anche un servizio alle famiglie e un contributo alla ripresa di alcune categorie maggiormente penalizzate dalle chiusure”.
Secondo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, i centri estivi saranno un ponte con la riapertura delle scuole il prossimo settembre. Intanto, ha confermato Bianchi, l’obiettivo immediato è garantire le riaperture senza tornare indietro.
L’attenzione, ad oggi, è in effetti sulla fine dell’attuale anno scolastico. L’impegno del governo di far passare l’ultimo mese tutti gli alunni in classe, anche delle superiori, rimane vivo.
“Abbiamo fatto delle valutazioni puntuali rispetto all’impatto che la riapertura delle scuole potrà avere sulla diffusione del virus e se i trasporti saranno, e devono essere, organizzati in modo adeguato, anche la riaperture delle scuole secondarie di secondo grado potrà essere fatta”, aveva spiegato qualche ora prima sempre la ministra Elena Bonetti a Sky Tg24 Economia.
Un po’ di scetticismo, però, è trapelato tra gli addetti ai lavori. Sempre su Sky TG24, il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, ha detto che “è inutile nascondersi dietro velleità ottimistiche. Dico che la speranza c’è ed è possibile, non mi sembra probabile” la possibilità che tutte le classi al 100% rientrino a scuola entro la fine dell’anno scolastico.
Giannelli ha ricordato che “bisogna compiere delle azioni esterne alla scuola. Le scuole sono sicure all’interno, lo stesso presidente Draghi ha più volte ribadito che i problemi riguardano l’indotto, per esempio i mezzi di trasporto pubblici, o la difficoltà del mettere su un vero e proprio piano di screening massivo, di cui si è tanto parlato ma che non riesce a partire”.
“La verità – ha aggiunto – è che sono queste difficoltà che ci impediscono di pensare di poter rientrare al 100% con sicurezza“.
Sull’eventualità di tenere le scuole aperte dopo la fine dell’anno scolastico, al servizio del territorio e su base volontaria, Giannelli è apparso più possibilista. Ma non a livello generalizzato: “si può fare – ha detto il sindacalista – ci sono stati stanziamenti appositi. Si tratta di valutare le possibilità di un’offerta formativa specifica per il territorio di riferimento di ogni singola scuola. Qui viene fuori la differenziazione delle nostre aree geografiche”.
Il leader dell’Anp si aspetta, quindi, “territori dove questa iniziativa sarà accolta molto positivamente e altri in cui ci sarà maggior freddezza da parte delle famiglie”.
Più possibilista si è detto Rossano Sasso, sottosegretario al ministero dell’Istruzione, secondo il quale “appena i dati sanitari lo consentiranno” si potranno riportare “in classe anche i ragazzi delle scuole superiori: su questo l’impegno del Governo e delle forze di maggioranza è massimo”. E “in parallelo va portato avanti anche un percorso di confronto con i territori”.
Per l’estate, il sottosegretario, ospite del programma TGtg su Tv2000, ha detto che sarebbe bello “pensare che i ragazzi che non si possono permettere le vacanze in costosi villaggi turistici possano fare attività ludico-ricreative e culturali nella loro scuola, visto che ne sono stati privati per molte settimane”.
Sasso ha quindi confermato: “le attività didattiche non si allungheranno. ma termineranno, come al solito, entro la prima decade di giugno. Questo anno però diamo la possibilità di tenere le nostre scuole e istituti aperti al servizio del territorio su base volontaria con il coinvolgimento di associazioni di volontariato”.
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