I fatti di cronaca dell’8 marzo, con alcuni docenti che maltrattano i loro alunni, hanno ancora una volta messo i docenti sotto la lente dell’opinione pubblica.
Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale, torna, dopo un anno, a proporre la soluzione per evitare alunni vittime dell’isteria e delle sofferenze psicologiche dei loro insegnanti: “sottoporre i docenti a visite psicologiche periodiche”.
E, sostiene, “al diavolo chi intravede nella proposta l’intento di criminalizzare una categoria, a nessuno è dato di compromettere lo sviluppo emotivo dei piccolini”.
“I bambini sono il bene più prezioso e più fragile dell’umanità e chi ha a che fare con loro quotidianamente non può permettersi il lusso di scaricare le proprie frustrazioni maltrattandoli.
“Finalmente – prosegue – la mia decennale proposta di sottoporre i docenti a visite psicologiche periodiche ha trovato la giusta attenzione nei giorni scorsi al ministero dell’Istruzione ed entro domani mattina provvederò ad inviare le linee guida dettagliate, perché è tempo di porre fine ad un fenomeno raggelante e consolidato, conosciuto in minima parte perché, purtroppo, la maggioranza delle volte non denunciato”.
“Ma, quanto appreso dalle cronache – continua Marziale – basta e avanza per farci parlare di emergenza. I docenti svolgono un ruolo usurante, che mette a dura prova le emozioni ma ciò non giustifica l’accanimento su creature deboli. Stanare coloro i quali hanno problemi di tenuta emotiva significa prevenire e mettere in sicurezza i bambini”.
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E ancora: “i docenti con i quali mi trovo ad agire nel quotidiano – dice il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria – si dicono all’unisono d’accordo. Ogni genitore ha il diritto di sapere che gli adulti ai quali affida i propri figli siano rispettosi di essi. A nessuno è dato di compromettere lo sviluppo emotivo dei piccolini, che negli adulti di riferimento devono trovare guide non aguzzini”.
Il 9 marzo “renderò note le linee che ho inviato al ministro Fedeli e comunico che l’idea delle telecamere sta trovando opposizione in quasi tutte le sedi istituzionali da me esplorate. Ma sulle visite periodiche psicologiche non cedo”.
Chi invece non molla sull’installazione delle telecamere è Carlo Rienzi, presidente Codacons, secondo cui il problema dei maltrattamenti nelle scuole è risolvibile solo con l’installazione di telecamere in tutti gli asili e scuole elementari d’Italia “per controllare l’operato del personale scolastico ed evitare abusi e violenze che possono avere conseguenze anche gravi“.
“Chiediamo al Parlamento di accelerare l’iter di approvazione del Ddl sull’installazione di telecamere a circuito chiuso negli asili e nelle strutture socio assistenziali per anziani, approvato lo scorso ottobre alla Camera”, conclude Rienzi.
Non è nostro costume, anche perché non è il nostro mestiere, commentare proposte o disegni di legge. Da conoscitori della scuola, tuttavia, non possiamo esimerci dal dire che per individuare i docenti inadeguati e dannosi esistono altre strade. Come quelle di sensibilizzare colleghi e dirigenti scolastici a segnalare i dubbi ad organi superiori: troppe volte, infatti, anche i casi eclatanti non si individuano per delle forme di omertà quasi sempre incomprensibili.
Costringere, invece, 760mila insegnanti a sottoporsi a visita periodica, oltre a costare allo Stato cifre altisonanti, non è detto che produca l’effetto sperato: nevrosi e patologie psicologiche non sono sempre ben identificabili, soprattutto se a al termine di una visita medica di qualche minuto. Non sarebbe meglio, invece, arrivare a quella visita attraverso documenti-denuncia, dai quali si evincono o ipotizzano determinati atteggiamenti sopra le righe?