Lo scorso 17 aprile si è tenuto al Teatro Santuccio di Varese, il primo Convegno sulla Plusdotazione, organizzato da Feed Their Minds, startup innovativa a vocazione sociale incubata in Speed MI Up, incubatore di Università Bocconi, Camera di Commercio e Comune di Milano.
Il Convegno ha coinvolto sia i genitori che i ragazzi, quest ultimi impegnati ad esempio nel coding con Scratch. Inoltre, hanno avuto l’occasione di interagire con un robot attraverso il loro livello di concentrazione. E’ stato dato spazio anche agli aspetti educativi dei videogiochi, troppo demonizzati specie dai genitori, presentando le opportunità didattiche di Games come Assassin’s Creed di Ubisoft, che, nella sua ultima versione Origins, ha un DLC sull’antico Egitto in epoca tolemaica.
Nel corso della parte finale del Convegno si è entrati nel merito del fenomeno alla presenza di insegnanti, genitori, psicologi e qualche ragazzo, con Feed Their Minds che ha presentato il tema dai quattro punti di vista, quello tecnico-psicologico, quello dell’insegnamento, quello dei ragazzi e quello dei genitori.
Inoltre Maria Assunta Zanetti del Labtalento di Pavia, ha presentato in maniera molto completa il tema dell’alto potenziale cognitivo e della plusdotazione nei bambini, mettendo in evidenza, come le buone pratiche portate avanti nei laboratori Stima, presso l’Università di Pavia e dalle “scuole in rete”, abbiano già portato molti risultati, non solo in termini di benessere per i ragazzi ad alto potenziale, ma anche delle classi in cui essi si trovano.
Di particolare interesse l’intervento di Raffaella Silbernagl di Feed Their Minds, la prima azienda che, in Italia, si occupa di bambini plusdotati e A.P.C., che ha presentato la piattaforma che, a partire dal mese di giugno, supporterà, prima i genitori e poi gli insegnanti e gli alunni. L’idea infatti è quella di utilizzare la rete per fornire informazioni e supporto anche psicologico, ai genitori e ai ragazzi, tools didattici per gli insegnanti e un’offerta formativa adeguata per i ragazzi, che spesso hanno interessi e passioni che superano di molto l’offerta formativa che le scuole propongono loro. Questi ragazzi, hanno spesso competenze di livello superiore, oggi è possibile portare loro contenuti del livello richiesto direttamente a scuola, attraverso la rete.
Luigi Macchi ha presentato invece una visione pedagogica dell’argomento che, prendendo spunto dagli studi messi a punto, tra gli anni ’60 e ’80, dal cibernetico, filosofo e ricercatore prof. Silvio Ceccato, dimostra come da molto tempo esistano strumenti insospettabili per mettere in atto una didattica “operativa” e metacognitiva, che porti vantaggi agli alunni con qualunque capacità di apprendimento.
C’è stato anche spazio per Davide Mattiuzzi, un ragazzo plusdotato di Labtalento, ha poi introdotto il punto di vista dei ragazzi gifted con un testo tratto dal blog di Plusdotapp. I ragazzi, hanno presentato prima lo stereotipo di bambino genio, poi il toccante punto di vista di coloro che, essendo una minoranza, non sempre si trovano a proprio agio a scuola e con i coetanei.
Infine, il punto di vista dei genitori espresso da Marco Tamburlini, vice presidente di Aget, dove nel suo intervento ha mostrato le attività che l’Associazione Genitori Education to Talent porta avanti. Particolarmente interessante, è stato l’esempio di San Donà di Piave, che, grazie alla collaborazione di genitori, scuola e istituzioni può, a buon diritto, definirsi la Cittadella della Plusdotazione, poiché in ogni scuola della città, viene portato avanti un programma per ragazzi plusdotati.
Dal convegno moderato dal prof. Mario Manduzio, co-fondatore di Feed Their Minds, è emersa, per tutti i presenti, la necessità di portare avanti buone pratiche, che promuovano a tutti i livelli la valorizzazione nella scuola e nella vita di questi ragazzi, che possono e devono essere, una risorsa irrinunciabile per il nostro paese.
Ricordiamo che gli alunni plusdotati possiedono notevoli abilità nell’apprendimento, ma non è infrequente che sperimentino situazioni di profondo disagio scolastico quali noia, ansia, disturbi psicosomatici, incapacità di adattarsi ai normali schemi didattici.
Inoltre, quando si parla di giovani ad alto potenziale cognitivo è bene sottolineare che non ci si riferisce assolutamente a piccoli “geni” ma a “bambini che fin da piccolissimi mostrano comportamenti peculiari, modalità di pensiero originali, difficoltà oggettive che li portano a sentirsi diversi dai coetanei. Non è una scelta e neppure un percorso facilitato, come si sarebbe portati a credere. Anzi, spesso la plusdotazione si trasforma in un limite, se non riconosciuta e supportata”.
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