Essendosi concluso il periodo di 15 giorni di sospensione dal servizio, nella mattinata del 27 maggio, la professoressa Rosa Maria Dell’Aria è tornata in classe, dai suoi studenti che l’hanno accolta con rose rosse (15, una per ogni giorno di sospensione) e con una lettera particolarmente toccante: “Cara professoressa, scriviamo questa lettera per dirle quanto siamo orgogliosi di averla incontrata e conosciuta durante il nostro percorso di vita. Le sue critiche, i suoi rimproveri, i suoi complimenti, i suoi insegnamenti non hanno fatto altro che aiutarci a crescere. Grazie a lei abbiamo imparato a non avere paura di esprimere la nostra opinione e che il confronto è sempre la cosa migliore per risolvere tutto. Le ingiustizie si subiscono, ma per abbattere una donna forte come lei serve molto di più”.
“Possiamo solamente immaginare – aggiungono i ragazzi nella lettera – quanto sia stata dura rimanere lontana dalla scuola, per una professoressa come lei che crede profondamente nel suo lavoro e sempre desiderosa di trasmettere le sue conoscenze a dei poveri disgraziati come noi, ma questo non diciamolo resta un nostro segreto.
Quindici lunghi giorni che sembravano non finire mai, giorni in cui non riuscivamo quasi a respirare… Ci mancava Dell’Aria”.
E anche da alcune scuole d’Italia arrivano proposte per aiutare l’insegnante.
Docenti di diverse scuole hanno scritto alla nostra redazione chiedendoci di essere messe in contatto con la professoressa Dell’Aria per poterle manifestare solidarietà e soprattutto per poterle inviare un aiuto economico per la perdita di stipendio che ha dovuto subire e per le spese che probabilmente dovrà sostenere.
Per intanto, però, non c’è ancora nessuna notizia sulla cancellazione della sanzione, “promessa” dai ministri Salvini e Bussetti nel corso dell’incontro avuto con la docente lo scorso 23 maggio.
A quanto è dato di sapere, per il momento, il provveditore Anello non avrebbe nessuna intenzione di revocare il provvedimento che, probabilmente, aveva preso avvio proprio da un intervento politico ad alto livello. Prova ne sia che l’ispezione era iniziata in tempi rapidissimi (si parla addirittura di 24 ore dal momento in cui era comparso in rete un post dell’onorevole Lucia Bergonzoni (Lega) nel quale veniva stigmatizzato il video prodotto dai ragazzi e il comportamento dell’insegnante.
Come abbiamo già avuto modo di chiarire la revoca del provvedimento è una operazione certamente possibile sul piano amministrativo anche se non del tutto semplice.
Tanto che al Ministero sarebbe stato attivato un gruppo di lavoro tecnico per esaminare il problema e per trovare una soluzione rapida.
La docente, per parte sua, ha fatto sapere che in mancanza di un intervento risolutivo del Ministro, presenterà ricorso al giudice del lavoro tramite i suoi legali.
Per la verità va anche detto che per questo genere di ricorsi i tempi sono molto ampi (5 anni) e consentono all’interessato di vagliare con calma la situazione e assumere una decisione ponderata.
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