Fare l’insegnante è più difficile e complesso, perché i ragazzi sono meno semplici e più ribelli. Ma invece di riconoscere le difficoltà e valorizzare il ruolo dei docenti, anche agli occhi degli studenti stessi e delle loro famiglie, non si fa nulla e si lascia che gli stipendi rimangano fermi: a dirlo è il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, ospite della serata ‘Giù le mani dalla scuola’, in onda su Tv2000 mercoledì 18 settembre.
Il fanalino di coda…
“Purtroppo siamo il fanalino di coda dell’Europa anche nella retribuzione degli insegnanti. Lo voglio dire con forza”, ha detto il cardinale.
“Dobbiamo comprendere – ha proseguito Bassetti – le difficoltà in cui ora si trova la scuola. In questo totale cambiamento d’epoca i ragazzi sono molto più fragili perché si sono indebolite le relazioni famigliari”.
“Una volta si giocava in cortile”
Il presidente della Cei si è poi soffermato sull’“impoverito rapporto relazionale tra i ragazzi. Una volta andavano tutti a giocare in cortile, ora tutti stanno dietro il proprio schermo digitale. Preoccupa inoltre questa esplosione di violenza nelle scuole”.
Il cardinale ha quindi detto che non dobbiamo meravigliarci se “i ragazzi sono spesso aggressivi verso i compagni e persino verso i professori e i presidi. Sono sfide grandi da affrontare”.
Il ruolo decisivo
Ecco perché il ruolo dei docenti è decisivo, soprattutto quando la famiglia non svolge a pieno il suo ruolo: “i ragazzi – ha continuato il prelato – vanno abituati che ognuno può realizzare sé stesso soltanto nella misura in cui cammina e si educa con gli altri. Capace di vedere nell’altro un altro sé stesso”.
“E questo lo voglio dire in maniera laica, non perché lo dice Gesù nella parabola del ‘Buon samaritano’. Faccio i miei auguri alla scuola che rappresenta una delle realtà fondamentali della vita”, ha concluso il cardinale Bassetti.