Didattica a distanza a parte e crisi da lockdown, nelle classi italiani i problemi degli alunni stanno aumentando e bisogna individuare le cause per capire come intervenire. A lanciare l’allarme è Daniela Lucangeli, prorettrice dell’Università degli Studi di Padova, professoressa di Psicologia dello sviluppo ed esperta di psicologia dell’apprendimento.
Nel corso di un‘intervista Vita l’esperta ha spiegato le difficoltà in atto negli alunni della scuola italiana: nello specifico, Lucangeli sostiene che “negli ultimi anni stiamo assistendo a una pandemia silente di disturbi del neuro sviluppo: i più comuni sono ritardo mentale, disturbo dello spettro autistico, dsa o disturbi della memoria e dell’attenzione, del comportamento e dell’iperattività. Per non parlare delle vulnerabilità della sfera emozionale e affettiva“. Secondo la psicologa, infatti, in Italia, in una classe di 25 bambini, in media 4 o 5 presentano vulnerabilità.
I motivi? “Alcuni fattori ambientali sembrano interferire con l’organizzazione del cervello proprio nel momento in cui esso si forma, «confondendo» i segnali che i neuroni ricevono“, spiega Lucangeli che aggiunge: “Il primo passo è la prevenzione primaria. Talvolta può non essere semplice, ma per me è assolutamente necessario desiderare e lottare per un mondo in cui le madri siano consapevoli e informate; mangino cibi sani (coltivati senza pesticidi) e seguano una dieta equilibrata; evitino di passare la giornata attaccate al cellulare, al tablet, appoggiando il pc sulla pancia; riducano lo stress o, quanto meno, cerchino di dominarlo, ove possibile”.
Secondo la prorettrice dell’Università di Padova, il ruolo dell’insegnante è decisamente fondamentale per lo sviluppo del bambino, tanto da avere una grande influenza sugli alunni: “Un’influenza -precisa Lucangeli – che non si esaurisce nella trasmissione di nozioni o insegnamenti ma che, impattando sulle reti neuronali dell’altro, impatta sulla maturazione della sua individualità”.
E’ importante non dimenticare che “bambini e ragazzi, non sono vasi da riempire di informazioni” e che “spesso gli studenti sono in alert costante a causa dei giudizi che accompagnano la valutazione, delle continue verifiche, delle scadenze che si accavallano e per l’impossibilità di dedicare tempo a ciò che amano“.
Insomma, oltre alla pandemia di covid in corso e gli effetti che sicuramente sta avendo sugli alunni, non bisogna trascurare i problemi legati al neurosviluppo. Problemi già in atto prima del coronavirus. Ecco perchè la scuola e gli insegnanti possono essere un ottimo rimedio.
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