In Lombardia l’Ente Sordi ha lanciato l’allarme sull’assenza di assistenti alla comunicazione per gli alunni non udenti, lasciati in questo modo in balia del silenzio più totale.
Il problema, si legge su Il Fatto Quotidiano, è stato al centro dell’incontro di venerdì 13 ottobre alla Casa dei Diritti di Milano, dove le famiglie e gli assistenti alla comunicazione hanno parlato appunto delle insegnanti di sostegno che cambiano in continuazione creando disagio al bambino, di quanto sono sottopagati gli assistenti alla comunicazione ma soprattutto di quanto sta accadendo quest’anno in Lombardia.
Fino allo scorso anno gli assistenti alla comunicazione provvedevano a fare un contratto privato con la famiglia attraverso un Caf. La gestione dei fondi statali era ad appannaggio della Città Metropolitana.
Tuttavia, da settembre la Legge di Stabilità ha trasferito ogni competenza al Pirellone che ha assegnato all’Agenzia di tutela della salute (Ats), il compito di istituire un elenco di enti idonei a garantire gli interventi attraverso operatori in possesso di specifici requisiti. Il 4 agosto gli assessori all’economia Massimo Garavaglia e all’inclusione sociale Francesca Brianza hanno scritto una lettera ai genitori dei ragazzi sordi: “L’Ats ti invierà l’elenco degli operatori qualificati risultati idonei sul tuo territorio per permetterti di scegliere l’ente che seguirà tua figlia/o durante l’anno scolastico 2017/2018”.
Ma ancora nessuna notizia, con il risultato che gli studenti sordi lombardi non riescono a partecipare attivamente alle attività didattiche: “Ora siamo obbligate a passare attraverso una cooperativa profit o no, commenta una delle assistenti intercettate da Il Fatto Quotidiano. Ne consegue che percepiamo ancora meno rispetto al contratto diretto con la famiglia. Dopo la decurtazione delle tasse e l’ulteriore percentuale che si prendono la coop e tutti gli altri enti accreditati, l’assistente arriva, se è fortunata, ad avere 9 euro all’ora. Percepiamo quanto una persona che stira le camicie nonostante la nostra formazione. E poi diciamolo chiaramente: spesso queste cooperative gestiscono di tutto, dalla custodia dei palazzi, alla consegna in farmacia, alle pulizie e poi magari anche l’assistenza alla comunicazione. Ma noi avremmo bisogno di parlare con persone competenti, di avere coordinatori che sanno cos’è la lingua dei segni e la sordità”.
Inoltre, con le nuove modalità previste dalla Legge di Bilancio, esiste un problema delle ore per ogni alunno non udente: “Lo scorso anno – spiega ancora Mita Graziano – alcune famiglie di alunni sordi hanno fatto ricorso contro Città Metropolitana e il Tar ha dato loro ragione ottenendo 30 ore di copertura al posto delle otto ore la settimana che si facevano. Ora l’Ats non è intenzionata a riconoscere la copertura totale ma vuole tornare alle otto ore”.
In realtà non si tratta, purtroppo, di un fatto del tutto nuovo quello della mancanza di assistenti alla comunicazione per gli alunni sordi: lo scorso anno le 2400 famiglie milanesi con ragazzi sordi al rientro dalle vacanze di Natale si erano visti sparire dalle aule gli assistenti alla comunicazione: il servizio era stato sospeso per mancanza di risorse.
Una certezza è emersa lo scorso 13 ottobre: l’ente nazionale sordi e gli assistenti alla comunicazione hanno deciso di passare alle vie legali: “Sarà fatto il ricorso al Tar per vedere riconosciuto il diritto di all’assistenza alla comunicazione e per chiedere il risarcimento per il ritardo del servizio”.
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