Bambini “registrati” per accedere ai servizi igienici. Diventa un caso l’ordine di servizio emanato dalla dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Confalonieri” di Milano, quartiere Isola, zona storica e popolare della città meneghina.
“Al fine di tutelare il benessere psicofisico degli studenti, i docenti dovranno rilevarne quotidianamente per iscritto, su apposito modulo allegato, le uscite e i rientri per recarsi ai servizi igienici. Il modulo dovrà essere consegnato in segreteria al termine delle lezioni”. Così è scritto nella circolare resa nota lunedì 25 sul sito ufficiale dell’istituto.
A leggerlo così, può sembrare un provvedimento bizzarro, quasi al limite della violazione della privacy visto che si potrebbe prefigurare una sorta di schedatura dei piccoli alunni.
In realtà la situazione è solamente l’ultimo atto di una vicenda che si porta avanti da inizio anno scolastico.
La preside Martiniello prende servizio a settembre nella scuola Confalonieri e subito deve fare i conti con una situazione igienica non proprio idilliaca. Le proteste dei genitori non si fanno attendere e chiedono alla scuola più collaboratori scolastici e maggiori risorse. Le proteste si sono estese anche su Facebook e Twitter.
A La Tecnica della Scuola interviene la dirigente scolastica che spiega il suo particolare ordine di servizio: “Abbiamo tentato di tutto, ma la situazione non si è ancora normalizzata. I servizi igienici sono maleodoranti con i bambini che hanno l’abitudine di ‘farla fuori’ dal water, di mettersi in piedi sul sanitario, sporcare i muri con le loro feci o ancora bagnarsi fra di loro con acqua e saponata. In uno di questi episodi una collaboratrice scolastica si è fatta male e si è rotta il polso ed è da un mese a casa”.
Una vicenda, dunque, che rischia di diventare ingestibile: “L’ordine di servizio nasce proprio come misura volta ad arginare la situazione. Voglio precisare che i dati dei bambini non saranno in alcun modo conservati e verranno immediatamente distrutti a fine giornata. Non c’è nessun motivo di creare allarmismo. Cosa dovevo fare ulteriormente dopo che anche il Provveditore e il Comune hanno verificato la situazione? Non posso certo mettere le telecamere a scuola o i collaboratori scolastici davanti alle porte. E nemmeno posso assumerne altri perché semplicemente non ci sono fondi per farlo”.
I genitori chiedono bagni più puliti (hanno protestato più volte con riunioni svolte nei mesi scorsi), ma per la dirigente scolastica è solo una questione scolastica o di servizi igienici: “Credo che sia anche una questione di educazione, i bambini devono imparare a rispettare i bagni della scuola come quelli di casa. Non credo che si comportino allo stesso modo con le loro famiglie”.
Non si fa attendere la risposta dell’associazione dei genitori: “Ci siamo stupiti della circolare per il suo contenuto senza una preventiva informativa al consiglio d’istituto o ai rappresentanti di classe”, ammette Andrea Montanari, presidente dell’Associazione dei genitori.
Chi determina la durata di un “bisognino” ai servizi igienici? e chi stabilisce che chi sta a lungo al bagno sporca? E poi dalle parole della preside pare che siano i bambini i responsabili. noi ci chiediamo: dov’è il personale scolastico che deve garantire la pulizia?
“Sappiamo, inoltre, dello stato di manutenzione dei servizi igienici della scuola e sappiamo anche se spesso viene chiesto ai rappresentanti di classe di portare in classe, tramite gli alunni, carta igienica e altro materiale per la pulizia”.
“Inoltre – conclude Montanari – facendo tenere un registro si fa perdere del tempo alle maestre che devono pure cronometrare il tempo di permanenza in bagno. Si toglie così tempo alla didattica, quando invece è il personale scolastico che dovrebbe in caso vigilare”
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