Continuano le dichiarazioni e le prese di posizione sulla questione dell’inserimento/integrazione degli alunni stranieri nelle scuole.
Alle ultime “esternazioni” del ministro Valditara risponde in queste ore Valentina Aprea, responsabile scuola di Forza Italia: “Non conosco il progetto del ministro, so che quello che ha detto finora sugli alunni stranieri è molto saggio e, soprattutto, già previsto dalla normativa vigente”.
“Semmai – aggiunge subito Aprea – bisogna garantire la presenza di docenti di italiano come seconda lingua, mediatori culturali e, dove possibile, non concentrare studenti stranieri nella stessa classe. Questo è stabilito da anni, quello che è cambiato in questi anni è la concentrazione di stranieri in alcune aree metropolitane”.
“Direttive e provvedimenti ministeriali o normativi acquisiti – dichiara ancora l’esponente azzurra – hanno stabilito che, dove è possibile, bisogna evitare le concentrazioni di alunni di etnie diverse. Ovviamente c’è questo inciso, ‘ove è possibile’, perché ci sono interi quartieri delle aree metropolitane abitati da cittadini stranieri di seconda generazione”.
“In linea di principio – conclude Aprea – è molto corretto quanto ha detto il ministro, è stato ribadito da norme già in vigore. Forse va fatta più un’azione di rispetto di quelle norme, con considerazioni di natura didattica, perché non è possibile tenere delle classi con studenti che magari hanno competenze e abilità linguistiche diverse. Bisogna ragionare su gruppi di livello, su docenti di lingua 2, quelli che insegnano l’italiano come seconda lingua. Li formiamo nelle università, e le scuole devono averli a disposizione, oltre ai mediatori culturali. Queste risorse magari non ci sono, ma è già previsto che l’integrazione debba avvenire così, soprattutto nelle scuole in cui la presenza di studenti stranieri è particolarmente significativa”.
Si tratta ora di vedere se Valditara farà in qualche modo uso di questi suggerimenti che arrivano dalla sua stessa maggioranza e che potrebbero essere condivisi anche da altre forze politiche e dalle stesse organizzazioni sindacali.
La sensazione, però, è che la polemica sia stata spinta troppo in là e che ormai la vicenda abbia assunto un carattere più politico che organizzativo. Ed è probabile che il tema sarà molto usato, soprattutto dalla Lega e da Matteo Salvini, nel corso della ormai imminente campagna elettorale.
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