E’ scoppiata la polemica in seguito all’esclusione di 60 alunni della scuola dell’infanzia Monfalcone, in provincia di Udine, dove è stato fissato un tetto massimo, pari al 45%, alla presenza di stranieri in classe. Le polemiche, infatti, non si sono fatte attendere, con i sindacati locali pronti a puntare il dito e il sindaco della cittadina friulana che invece ha annunciato che sarebbe disposto ad offrire un servizio di scuolabus e dirottare i bambini nelle scuole dei comuni limitrofi.
Sulla vicenda interviene anche il Ministro Marco Bussetti a La radio ne parla su Rai Radio1, che dichiara: “Mi sono informato con gli uffici provinciali i quali hanno dato la possibilità di attivare due classi in più e comunque siamo sulla soglia in percentuale della norma richiesta. Mi sono attivato ieri per evitare episodi del genere. L’inclusione è uno degli obiettivi della scuola per noi”.
In tema di studenti stranieri, è bene ricordare quanto riportato sulle “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri” emanate dal Miur nel febbraio del 2014, riprese anche dall’annuale circolare ministeriale sulle iscrizioni:
Agli alunni con cittadinanza non italiana, prima di tutto, si applicano le stesse procedure di iscrizione previste per gli alunni con cittadinanza italiana, ai sensi dell’articolo 45 del d.P.R. 394 del 1999. Ricordiamo anche la parte iniziale delle Linee Guida, che specificano come i minori stranieri sono innanzitutto persone e, in quanto tali, hanno diritti e doveri che prescindono dalla loro origine nazionale.
Al paragrafo relativo alla gestione delle iscrizioni, il Miur si raccomanda di programmare, in anticipo rispetto al momento delle iscrizioni, il flusso delle domande, realizzando azioni mirate, in cui siano coinvolti gli uffici scolastici regionali, gli Enti locali e le scuole.
L’iscrizione a scuola degli alunni stranieri è permessa anche durante l’anno scolastico e l’integrazione ha inizio con l’acquisizione della capacità di comprendere e di comunicare e con una buona conoscenza dell’italiano come L2.
La circolare ministeriale n°2/2010 prevede che il numero di alunni stranieri in una classe non possa superare di norma il 30% del totale degli iscritti, allo scopo di non costituire situazioni squilibrate e classi ghetto. Il limite del 30% però può essere innalzato, secondo le Linee Guida Miur, con determinazione del direttore dell’Ufficio scolastico regionale, qualora gli alunni siano già in possesso di competenze linguistiche adeguate.
Lo stesso limite, può essere ridotto per il motivo opposto, ovvero in presenza di alunni stranieri con una competenza linguistica inadeguata o comunque in casi di complessità.
Negli ultimi 10 anni, nel nostro Paese si è avuto un forte aumento del numero totale degli alunni stranieri con cittadinanza non italiana: nel 2005/2006, riporta Euridyce, il loro numero superava appena le 400.000 unità; nel 2014/2015 risultava quasi raddoppiato, raggiungendo circa le 830.000 unità.
Questo dato ha interessato il sistema educativo che ha recentemente avviato una serie di iniziative a supporto delle scuole, per riaffermare il diritto universale all’istruzione.
Data la situazione, l’Italia ha optato fin dall’inizio per la piena integrazione degli alunni immigrati a scuola e per l’educazione interculturale come dimensione trasversale e come background comune a tutte le materie e a tutti gli insegnanti.
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