Numeri alla mano, sembrerebbe essersi esaurita l’onda lunga di alunni di cittadinanza non italiana che arrivano nelle scuole della Penisola: lo dice il 53mo Rapporto del Censis, presentato il 6 dicembre.
I dati resi pubblici parlano chiaro: nel corso dell’anno scolastico 2018-2019, gli alunni stranieri sono diventati 857.729, con un incremento dell’1,9% rispetto all’anno precedente (+15.628 alunni) e costituiscono il 10% del totale.
I 15 mila nuovi alunni iscritti privi di cittadinanza italiana, a ben vedere sono meno della metà della metà di quelli che giungevano in passato: tra il 2003 e il 2007, ad esempio, la scuola italiana ha accolto ogni anno tra i 67.000 e i 72.000 nuovi studenti non italiani.
Dal Censis sono però giunte anche altre indicazioni. Ad iniziare dal dato che quasi due alunni stranieri su tre, il 63%, è rappresentato dalle seconde generazioni.
Inoltre, gli strumenti e le strategie messi in campo per rispondere ai bisogni di formazione e inclusione della nuova utenza stanno avendo esiti positivi, con un lento ma progressivo miglioramento dei tassi di scolarità, irregolarità negli studi e successo formativo.
A confermarlo è stato oltre il 90% dei dirigenti scolastici interpellati dal Centro Studi Investimenti Sociali, i quali hanno infatti valutato soddisfacente il livello di integrazione a scuola degli alunni di origine immigrata, soprattutto quelli nati nel territorio italiano.
Sempre tra i capi d’Istituto delle scuole italiane, nell’ultimo triennio ben il 71% non ha riscontrato situazioni problematiche.
Va comunque rilevato che quasi la metà dei presidi interpellati, il 45,5%, ha segnalato la realizzazione di interventi mirati nelle classi interessate da episodi di intolleranza o discriminazione, svolti in collaborazione con il corpo docente e d’intesa con le famiglie degli stessi alunni.
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