Cambiano le linee guida ministeriali per l`accoglienza e l`integrazione degli alunni stranieri. La modifica all’impianto normativo, emanato lo scorso 19 febbraio, prevede che i migranti che iscrivono i figli a scuola non devono più presentare il permesso di soggiorno, ma “documenti anagrafici”, fermo restando che “in mancanza di documenti la scuola iscrive comunque il minore straniero poiché tale situazione non influisce sull`esercizio del diritto all`istruzione”.
Secondo Giorgio Pighi, sindaco di Modena e delegato all`Immigrazione dell’Anci, quella presa dal ministero dell’Istruzione “è una scelta di civiltà” che i Comuni non possono che appoggiare “pienamente, perché produce un avvicinamento fra gli apparati amministrativi e la realtà dei territori, garantendo il diritto alla scuola dell`obbligo per tutti i minori presenti in Italia, senza distinzioni di condizione giuridica”.
In effetti, la modifica introdotta da Viale Trastevere mette la parola fine ad una questione in molti casi superata dal buon senso: tanti dirigenti scolastici, soprattutto di fronte alle richieste di alunni in età di scuola dell’obbligo, soprassedevano già al permesso di soggiorno. Facendo, in tal caso, prevalere la norma costituzionale del diritto allo studio prevalente su tutte le altre.