“Le scuole dovranno prevedere specifiche misure per l’alfabetizzazione degli alunni stranieri, anche attraverso l’attivazione di corsi opzionali di lingua e laboratori linguistici in rete”: a dirlo, riferendosi al piano triennale dell’offerta formativa, è stato il 25 marzo il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, spiegando in un’audizione al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, le politiche di istruzione connesse all’immigrazione.
Giannini ha detto che sono previste risorse ad hoc per gli interventi indicati, previsti nel ddl Buona scuola.: “sulla base delle singole proposte che arriveranno dalle scuole, il ministero metterà a disposizione le risorse umane e gli strumenti necessari”.
Nel corso dell’audizione, il ministro ha quindi ricordato i “numeri” della presenza di alunni stranieri in Italia. I bambini e i ragazzi stranieri che frequentano le scuole italiane sono il 9,7% sul totale della popolazione scolastica con un dato assoluto di circa 800.000 alunni stranieri nell’ultimo anno scolastico. Oltre il 51,7% di loro è nato in Italia; i neo arrivati sono circa 30.000. Nel 2014 sono aumentati i minori stranieri non accompagnati, circa 10.000 la stragrande maggioranza dei quali appartiene alla fascia d’età adolescenziale maschile.
L’incremento maggiore di alunni stranieri si registra negli istituti tecnici che rappresentano in assoluto la prima scelta dei ragazzi non italiani. Il ministro ha anche sottolineato la maggiore difficoltà dei ragazzi stranieri a completare gli studi: a 15 anni 7 studenti stranieri su 10 sono in ritardo, con tassi di ripetenze elevati soprattutto nel primo anno delle scuole secondarie. Più regolari negli studi gli stranieri di seconda generazione. Sul fronte dell’università, sono 50.000 gli studenti stranieri iscritti, con una preferenza per gli atenei statali.
Giannini ha che spiegato che negli ultimi sono aumentate le certificazioni per disabilità tra gli alunni stranieri: “erano – ha detto – nell’anno scolastico 2007-08 11 mila e sono arrivate l’anno scorso a 26.626”. Per il ministro il fenomeno può avere spiegazioni legate anche alla difficoltà di integrarsi. “Talvolta – ha osservato – si confonde la scarsa abilità linguistica con patologie che hanno tutt’altra storia e motivazione. E’ un tema delicato su cui si deve fare molta attenzione”.
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Il ministro ha anche detto che oltre alla riattivazione dell’osservatorio per l’integrazione degli alunni stranieri, il Governo “sta predisponendo un piano nazionale, a carattere pluriennale, per l’insegnamento e l’apprendimento dell’italiano come lingua seconda”.
“Il piano – ha aggiunto – andrà declinato con gli enti locali e le associazioni. E a ciò si correla l’istituzione di una classe di concorso specifica per l’insegnamento dell’italiano come lingua seconda. Inoltre – ha proseguito – abbiamo previsto la valorizzazione dei centri provinciali per istruzione degli adulti”, per i quali sono in crescita le adesioni di giovani e adulti stranieri. Per quanto riguarda l’integrazione scolastica dei migranti rom, sinti e camminanti, il ministro ha spiegato che il Miur sta collaborando con il ministero del Lavoro per l’inserimento di bambini e ragazzi, soprattutto nelle scuole primarie, in 13 grandi città.
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