“Prima di parlare di scuola, in una classe bisognerebbe almeno entrarci”: lo dichiara il deputato di Italia Viva Gabriele Toccafondi riferendosi alle esternazioni del ministro Valditara in merito alla presenza degli alunni stranieri nelle classi delle nostre scuole,
Secondo Toccafondi è del tutto condivisibile il fatto che a scuola, per insegnare e per apprendere, si deve conoscere l’italiano, “ma pensare che la cittadinanza non italiana e un cognome straniero sia sinonimo di non conoscenza della lingua italiana, è segno di non conoscenza della situazione reale”.
“I tanti alunni stranieri – ricorda Toccafondi – hanno spesso nomi italiani, sono figli di stranieri, non hanno la cittadinanza italiana ma per il 68% sono nati in Italia e se si ascoltano si comprende che conoscono la lingua italiana e spesso parlano con inflessioni dialettali, la storia e la geografia come tutti. Oggi sono 900mila i bambini e ragazzi non italiani che studiano e circa 700mila sono nati qua”.
Secondo il parlamentare di Italia Viva il Ministro Valditara dovrebbe pensare a come trovare nuove risorse e non tagliare quelle esistenti e conclude: “Il Ministro si occupi di come aiutare e non di porre divieti che potrebbero rivestire profili di incostituzionalità”.
Intanto Valditara, come riportiamo in un altro nostro articolo, in una intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale afferma: “Tutti i bambini verranno iscritti alla medesima classe. Chi avrà bisogno di rafforzare lo studio dell’italiano, perché completamente a digiuno della nostra lingua, seguirà corsi di potenziamento in apposite classi ovvero, a discrezione della scuola, con lezioni pomeridiane di approfondimento. A differenza di oggi il potenziamento extracurricolare sarà obbligatorio. Per raggiungere tale fine stiamo programmando una formazione apposita per gli insegnanti e un investimento specifico di risorse”.
Il programma, insomma, è interessante anche se, per la verità, non è per nulla chiaro come si potrà rendere obbligatorio il potenziamento extracurricolare. Ma queste, tutto sommato, sono quisquilie (e pinzillacchere, avrebbe aggiunto il principe Totò) di cui dovranno occuparsi insegnanti e dirigenti scolastici e non certamente il Ministro o gli uffici di Viale Trastevere.
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