In una scuola paritaria di Milano la valutazione dei docenti da parte degli studenti è realtà: qui, come riporta Il Sole 24 Ore, è sbarcata la “pagella dei docenti”. Agli alunni viene proposto un questionario composto di 28 domande che viene compilato volontariamente su ogni docente del proprio Consiglio di classe.
Ma quali aspetti valutano gli studenti? Le metodologie di spiegazione dei loro docenti, i carichi di lavoro, l’impostazione del rapporto in classe, la qualità della didattica. Secondo un recente sondaggio svolto sugli allievi, il 79% lo ritiene uno strumento valido ed efficace, l’83% sostiene che è fondamentale per fare in modo che la direzione didattica conosca pregi e difetti degli insegnanti, il 97% ritiene che sia da stimolo per i docenti e il 99% lo vorrebbe in tutte le scuole.
“La valutazione del corpo docente è un’attività che ha preso avvio in gran parte dei Paesi europei e non solo: Inghilterra, Scozia, Irlanda, Galles, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Australia, Canada fra i tanti, anche nelle scuole secondarie di secondo grado – spiega il direttore dell’Istituto superiore milanese – in Italia, ad oggi, la valutazione degli insegnanti non esiste”.
“Il criterio in base al quale si esprime la preferenza nei riguardi dei docenti, ossia le ‘famose’ graduatorie, è basato fondamentalmente sul criterio dell’anzianità, che presenta consistenti lacune, com’è facile intuire. Più anni di servizio il docente ha alle spalle, e migliore è la qualità del suo insegnamento? Ciò è quantomeno discutibile. È chiaramente un metodo basato sulla quantità e non sulla qualità della didattica. E una volta che il docente è giunto a ottenere il posto fisso poco si può fare in quelle situazioni in cui la didattica proposta dall’insegnante non funziona”, aggiunge.
Secondo una nostra indagine, ben 7 docenti su 10 si dicono contrari alla valutazione del loro operato, percentuale che si ribalta nel caso della valutazione dell’operato dei dirigenti scolastici, rispetto alla quale sono il 64% i sì alla valutazione.
Le indicazioni giungono da un sondaggio nazionale svolto dalla rivista La Tecnica della Scuola, al quale hanno partecipato oltre mille lettori: di questi, nell’80% dei casi sono stati insegnanti, nel 9% genitori. Poco più del 4% sono le risposte dei dirigenti. Gli studenti, che partecipano in quantità irrisoria al sondaggio, non sembrano quindi particolarmente interessati all’argomento.
Per andare un po’ a fondo nei dati, i docenti che hanno risposto alle nostre domande si dicono in 196 favorevoli alla valutazione della propria categoria, in 598 contrari. Ma quando passano a rispondere sui dirigenti scolastici, sono in 507 a dire di sì alla valutazione dei propri capi d’istituto, contro 277 contrari. Va notato anche che, tendenzialmente, chi accetta di farsi valutare è favorevole anche all’idea della valutazione del Ds; mentre tra chi dice di no alla valutazione della propria categoria, poi non ha difficoltà a pretendere che ad essere valutati siano gli altri. Insomma, i favorevoli sono favorevoli per tutti. I contrari spesso sono contrari solo per sé.
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