Un’idea originale quella degli studenti di una scuola di un liceo di Bologna. Una classe ha deciso di organizzare un viaggio in Finlandia per capirne il sistema scolastico, spesso vantato e comparato a quello italiano, per realizzare un docufilm proprio sul tema.
Come riporta Il Corriere della Sera, il viaggio, alquanto oneroso, sarà pagato grazie ad un crowdfunding partito dagli studenti stessi. “Pur essendo consapevoli di vivere in una isola felice — dice una studentessa — grazie a metodologie di studio e ai nostri professori, abbiamo pensato di partire per la Finlandia dopo aver conosciuto una ragazza che ci ha raccontato e spiegato il sistema scolastico del suo Paese. Ci siamo resi conto delle lacune che ci sono in Italia. Da parte nostra vorremmo rendere la scuola un luogo dove si possa vivere ed esprimersi nella libertà di approfondimento di contenuti ma anche affrontando temi legati alla vita di tutti i giorni”.
L’idea è stata di grande successo: “Ci siamo confrontati in classe per capire cosa fare. Sono arrivate le idee più strane — dice la studentessa —. La raccolta di denaro è passata per la vendita di paste, un mercatino e i tortellini. Le prenotazioni sono partite una settimana prima del Natale. Pensavamo di vendere qualche chilo ai nostri parenti, invece già la prima giornata siamo arrivati a 15 prenotazioni, per poi raggiungere i 50 chili. È stata un’esperienza bellissima per tutti. Ci siamo ritrovati in questa cucina noi alunni, nonni, genitori e professori. Tante generazioni insieme a preparare tortellini”. Le varie vendite messe in atto dalla classe hanno fruttato circa il 40% del costo complessivo del viaggio in Finlandia.
Ecco l’obiettivo della classe: “Vogliamo capire il sistema scolastico finlandese e quello che ci gira attorno. Com’è la vita quotidiana a scuola ma anche quella al di fuori delle mura scolastiche. Il rapporto tra alunni e professori e quello tra alunni e genitori”.
L’anno scorso, proprio in questi giorni, la storia della famiglia finlandese Mattson ha fatto il giro del web: la madre di due bambini ha deciso di lasciare la città siciliana perché non condivide il sistema scolastico italiano.
Nella scuola italiana, sostengono i genitori, “la giornata scolastica si trascorre sulla stessa sedia dalla mattina fino a quando non si ritorna a casa”, soffermandosi sul fatto che da noi “non esistono pause dov’è permesso muoversi”, ma vi sono “solo piccole pause nella stessa classe“.
Invece, hanno scritto i due ad una testata giornalistica, “in Finlandia, gli studenti hanno una pausa di 15 minuti tra una lezione e l’altra, e lasciano l’aula per giocare insieme nel giardino/patio” con bambini che si “muovono, giocano, urlano e corrono liberamente all’aperto per liberarsi delle energie in eccesso e prendere aria fresca, così da ottenere migliori risultati a scuola”. Tantissimi sono stati i commenti, tra esperti e pedagogisti.
“Sono le neuroscienze a dare ragione alla madre finlandese”, ha detto Cinzia Mion ex dirigente scolastica, pedagogista e formatrice. Per poi aggiungere: “Noi oggi sappiamo che il movimento facilita l’apprendimento“.
Secondo Mario Maviglia, ex provveditore a Brescia, non c’è “nulla di nuovo sotto il sole; ricordo – ci ha detto – il caso di una ragazzina finlandese (16 anni) che qualche anno fa aveva trascorso un anno in un liceo bresciano, e l’espressione più ricorrente per commentare la sua esperienza era: ‘It’s terrible!’ E si trattava di un liceo che ha anche buona fama nel territorio. Le critiche che faceva la studentessa finlandese erano svariate: al mattino all’ingresso in aula sembrano tutti arrabbiati, a momenti neanche ti salutano; troppa competizione tra gli studenti; troppo lavoro individuale, non c’è lavoro di gruppo, non c’è cooperazione, ognuno bada a sé; troppi compiti a casa”.
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