Il problema delle aggressioni fisiche e mediatiche nei riguardi dei docenti è diventato veramente intollerabile, come pure gli episodi di bullismo che si verificano tra gli studenti ha raggiunto una soglia inaccettabile, per cui è necessario una “cura da cavallo”, o meglio un’inversione di marcia a 360°.
Gli alunni che si rendono protagonisti di episodi di violenza e di bullismo nei riguardi dei docenti e dei compagni di classe vanno immediatamente segnalati contestualmente ai Servizi Sociali dei comune di appartenenza e alle Forze dell’ordine che devono tempestivamente intervenire. Ricordiamo che il docente nell’esercizio delle sue funzioni è, a tutti gli effetti di legge, un pubblico ufficiale ed è chiamato a segnalare alle autorità competenti i casi di violenza che avvengono nelle aule.
Se un alunno risponde in maniera offensiva e minaccia il docente, insultandolo verbalmente ed anche sui social network e per di più impedisce all’insegnante di svolgere regolarmente la sua lezione causa sia un interruzione di pubblico servizio e nel contempo lede il sacrosanto diritto all’istruzione a tutta la classe e, in primis, a quegli alunni che frequentano la scuola con impegno e passione.
Questi alunni che continuamente creano disturbo all’attività didattica vengono spesso supportati da genitori che hanno poco o nessun rispetto per l’istituzione scolastica e per i professori ergendosi a strenui difensori dei propri figli. Oggi, purtroppo, il docente ha, come si suole dire le “mani legate”, per colpa di numerose leggi fatte di codici e di codicilli che rendono inefficaci inefficaci l’adozione di interventi educativi efficaci, capaci di stroncare sul nascere episodi di violenza e di lesione del diritto allo studio.
Inoltre va molto di “moda” la mania che l’insegnante non può rimproverare perché ciò crea un turbamento psicologico e non può infliggere una nota disciplinare, né tantomeno una sospensione dalle lezioni o proporre una bocciatura perché questo determina un trauma psicologico nell’alunno. E poi qualunque cosa accada la colpa ricade sempre e soltanto sul docente che viene sottoposto ad una vera e propria “crocifissione”.
Sarebbe il caso di adottare misure drastiche e riforme a costo zero, per arginare i fenomeni di violenza tra le mura scolastiche che prevedono, tra l’altro, la possibilità di sospensione dalle lezioni senza obbligo di frequenza (e non con la presa in giro della sospensione con obbligo di frequenza che è antieducativa), l’inasprimento delle norme contenute nello Statuto degli studenti e delle studentesse, che prevede la “fragranza di reato” con l’immediato allontanamento dell’alunno dalla scuola, senza la convocazione del Consiglio di Classe oppure del Consiglio d’istituto per gravissimi comportamenti, la reintroduzione della bocciatura in tutti gli ordini di scuola per alunni che presentano più di due insufficienze, volte a troncare sul nascere la “falsa” idea che l’alunno si fa affermando: “Tanto mi promuovono lo stesso”.
Per gli alunni recidivi in comportamenti gravissimi di lesioni fisiche nei confronti dei loro coetanei e dei docenti bisogna prevedere anche, oltre alla segnalazione al Tribunale dei Minori, la possibilità di destituzione della “patria potestà” per quei genitori non hanno insegnato le regole della “buona educazione” ai propri figli e di come devono comportarsi in un ambiente scolastico rispettando i compagni di classe e i docenti, che sono coeducatori.
È necessario, inoltre, affiancare il docente di altre figure specializzate che possano aiutarlo a capire le problematiche degli alunni “difficili”. Si ribadisce, infine, un intervento sulle classi pollaio e, quindi, sulla riduzione del numero degli alunni per classe e sulla possibilità di evitare, in sede di formazione delle classi, la concentrazione di alunni con problematiche comportamentali serie e preoccupanti in una stessa aula.
È urgente, insomma, un inasprimento delle sospensioni, evitare le promozioni a gogò e l’istituzione di corsi educazione alla cittadinanza rivolti ai genitori. Se adottassimo queste semplici misure la considerazione sociale della scuola e degli insegnanti crescerà e gli episodi di violenza diminuirebbero e la società tutta si salverebbe.
Mario Bocola