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Alunno aggredito da compagno con 60 morsi, maestre assenti per 43 minuti: l’accusa di una madre

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All’interno del programma di Rai1 Storie Italiane oggi, 1° aprile, si è parlato del caso di un bambino di quattordici mesi preso a morsi a scuola da un compagno, mentre in classe non c’era alcuna maestra. Come ha spiegato la madre, le violenze sul piccolo sarebbero durate ben otto minuti.

La richiesta di risarcimento rifiutata

L’inviata del programma ha spiegato che inizialmente il titolare dell’asilo e tre educatrici hanno offerto un risarcimento di tremila euro alla mamma del bambino. Quest’ultima non ci sta: “Il bambino poteva perdere la vita”, ha detto. Il bambino ha ricevuto circa sessanta morsi e poi l’aggressore lo ha fatto cadere dal passeggino, causandogli un trauma cranico. Il fratellino della vittima, anche lui presente, è riuscito ad aprire la porta e chiamare le maestre.

Il reato è stato innanzitutto derubricato a lesioni lievi. L’avvocato della mamma ha poi però spinto sul reato di abbandono di minore, sporgendo denuncia. Il 21 maggio ci sarà un’udienza e si potrebbe riaprire il caso. “Cosa stavano facendo le maestre? O non c’erano, perché non si possono non sentire le urla di un bambino che piange, o erano lì e non sono corse a vedere cosa stesse succedendo”, ha detto la madre.

Culpa in vigilando, cos’è?

In cosa consiste la responsabilità del docente e in generale del personale scolastico? In una parola, nel danno che un dipendente può causare alla sua amministrazione, causa di responsabilità civile verso terzi; responsabilità penale; responsabilità amministrativa e contabile; responsabilità disciplinare.

L’articolo 28 della Costituzione recita: I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative degli atti compiuti in violazione dei diritti.

Durante tutto il periodo in cui un alunno è affidato alla scuola, il docente ne è responsabile, altrimenti una mancata osservanza di tale obbligo darebbe origine ad una responsabilità per omissione ovvero ad una culpa in vigilando. La culpa in vigilando è l’accertamento, da parte delle autorità, che l’omissione di sorveglianza dell’alunno da parte di un docente ha finito per determinare un danno.

L’unico caso in cui il docente può essere esonerato da tale responsabilità è rappresentato dalla situazione in cui il docente possa dimostrare che il danno era inevitabile in quanto talmente imprevedibile, repentino, improvviso da non potere essere evitato: ed è questa la cosiddetta prova liberatoria, quella testimonianza che rende chiaro il fatto che il docente non avrebbe potuto in alcun modo evitare l’accadimento in questione.

Redazione

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