Ancora violenza a scuola, ancora docenti picchiati da studenti. Stavolta la vittima è un professore che lavora nel milanese, di 48 anni, che insegna storia dell’arte. Come riporta Il Corriere della Sera, l’uomo è stato preso a calci e pugni da un alunno, che gli ha rotto il naso.
Ecco le sue parole: “La mancanza di rispetto, la violenza verbale e fisica da parte di alunni contro gli insegnanti, come è accaduto anche a me, sono ormai troppo frequenti nelle aule scolastiche. I ragazzi, soprattutto i minorenni, si sentono onnipotenti. Le lezioni di educazione civica dovrebbero diventare lezioni di prevenzione dei reati, di educazione alla legalità, cominciando dalle scuole primarie: i giovani devono sapere quali limiti non si possono superare”.
Il docente è stato aggredito da uno dei suoi alunni, un sedicenne che gli ha rotto il naso con un calcio al volto. Si tratta della scuola che fa capo a quella in cui, nel maggio del 2023, una docente è stata accoltellata da uno studente.
Ecco il racconto dei drammatici momenti. “Era il mio primo giorno lì. Dovevo cominciare da una classe seconda, nell’ora di laboratorio di grafica. Quando è arrivata la classe, un alunno è rimasto fuori e la collega di sostegno è andata a chiamarlo. Nel frattempo un altro allievo ha acceso la musica sul telefonino. Gli ho chiesto di spegnere e lui mi ha offeso verbalmente, fingeva di spegnerla per poi riaccenderla. Mentre parlavo con lui, il ragazzo che era rimasto fuori si è messo alle mie spalle e ha cominciato a insultarmi: ‘Chi ca… sei tu per dirgli di spegnere?’. L’ho invitato più volte a sedersi, poi, dato che si rifiutava, gli ho intimato di seguirmi in vicepresidenza”.
“Mentre ci avviamo all’ufficio, lui continuava a insultare. Un collega mi ha detto: ‘Non lo affrontare così, non sai la sua storia pregressa’. Per allentare la tensione ho detto al giovane: ‘Non è successo niente, ora sistemiamo tutto’. E invece quando mi sono voltato mi ha fatto cadere e mi ha preso a calci, uno mi ha rotto il naso. Sono arrivati i carabinieri, l’ambulanza, il preside”.
“Da mesi sto valutando di lasciare l’insegnamento e di dedicarmi solo all’architettura. Non incolpo la scuola, ma la società, sempre più egoista e superficiale. Amo portare gli studenti a conoscere i tesori architettonici del loro territorio e li invito a non fare foto col cellulare, foto che poi non guarderanno più, ma a usare gli occhi e a parlare coi compagni. Spesso non sanno nulla l’uno dell’altro, se non che sono stati taggati in una foto”.
E la famiglia del giovane? “Mi hanno inviato una mail di scuse. L’ho apprezzato molto”. Al momento le indagini nei suoi confronti sono in corso.
Sta facendo discutere non poco il discorso pronunciato da Raffaele Fitto, Ministro per gli affari…
Il governo introduce nuove misure per sostenere i lavoratori italiani durante le festività natalizie. Il…
L’Associazione Italiana per la Ricerca e l’Educazione nella Medicina del Sonno (ASSIREM), in collaborazione con…
Ci sono aggiornamenti sul caso della studentessa di quindici anni trovata morta impiccata nella casa…
Il tema della valutazione ha assunto una riconoscibile centralità nel dibattito pubblico sulla scuola. Il…
Davanti alle numerose richieste di accesso e informazioni pervenute dai candidati non vincitori riguardo alla…