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Alunno autistico con meno ore di sostegno di quelle decretate, la Corte d’Appello di Milano risarcisce la famiglia con 5.200 euro

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Il neuropsichiatra, con il gruppo di lavoro psico-pedagogico, ha assegnato l’insegnante di sostegno per 22 ore alla settimana ma l’Ufficio scolastico gliene concede solo 16. La famiglia non ci sta, fa ricorso e lo vince. È la storia, l’ennesima, di un alunno, stavolta di Como: il bimbo frequenta la scuola primaria, soffre di una forma grave di autismo e il giudice della Corte d’Appello di Milano ha condannato l’amministrazione scolastica per “condotta discriminatoria” stabilendo pure un risarcimento alla famiglia di 5.200 euro.

Lo riporta Il Giorno spiegando che i genitori del bimbo, che adesso frequenta la quinta, si erano rivolti al Tribunale di Como all’inizio del 2023.

Il tribunale aveva accolto la richiesta di cessazione della condotta discriminatoria ma non quella di risarcimento con la motivazione che non era provato “il deficit causato all’alunno” e che in assenza dell’insegnante di sostegno era seguito da un “assistente educatore”. In appello però le cose sono cambiate.

“Appare di tutta evidenza – si legge nella sentenza – come lo specifico inadempimento da parte dell’istituzione scolastica, che ha inciso con una riduzione al ribasso di circa un terzo delle ore ritenute necessarie, abbia determinato un danno rispetto all’evoluzione scolastica del minore, rappresentando una barriera per la crescita degli apprendimenti del bambino”.

Secondo l’avvocato della famiglia Walter Miceli, il giudice ha inviato anche “un monito per dissuadere da comportamenti pericolosi dal punto di vista dell’inclusione. Sono condotte frequentissime nelle scuole, dove ci si scontra con ostacoli, mancanze di risorse, walzer di insegnanti. E le famiglie troppo spesso si rassegnano”.