Qualche giorno fa, come abbiamo riportato, un bambino di soli sei anni ha sparato alla propria insegnante. L’assurda vicenda ha avuto luogo venerdì 6 gennaio in Virginia, negli Stati Uniti, nella scuola Richneck Elementary di Newport News, riaprendo ancora una volta il dibattito sull’uso “facile” delle armi negli Usa e generando una riflessione sul disagio vissuto dai più giovani, anche piccolissimi, come in questo caso.
Cosa è scattato nella mente del bambino? Questa la domanda che guida le indagini, ancora in corso. A quanto pare, come riportano Fanpage.it e il New York Times, l’alunno ha sparato al termine di una lite scoppiata con la maestra, forse in seguito ad un rimprovero di quest’ultima. Non si è trattato, quindi, di un incidente. Questa ipotesi è stata velocemente scartata.
Il colpo sparato sarebbe stato solo uno, e nessun altro, oltre alla docente, sarebbe rimasto ferito. “Porteremo a termine le indagini, ci sono domande che vorremmo ancora porre e alle quali vorremmo rispondere. Voglio sapere da dove viene quell’arma da fuoco, qual era la situazione”, ha detto il capo della polizia locale Steve Drew.
L’insegnante, Abby Zwerner, 30enne, da subito ferita in modo grave, per fortuna è “migliorata ed è in condizioni stabili”. Si tratta della prima, anche se inusuale, sparatoria a scuola negli Stati Uniti, territorio che è stato spesso teatro di stragi avvenute tra i locali scolastici.
Come specifica Il Corriere della Sera, nella scuola in questione esistono metal detector: com’è possibile che l’arma sia stata introdotta nei locali scolastici?
Nel frattempo il sindaco della città, Phillip Jones, che ha assunto il ruolo solo pochi giorni fa, ha detto che quanto accaduto dovrebbe rappresentare un segnale di allarme ma non ha voluto dare informazioni né su dove sia tenuto in custodia il bambino né sullo sviluppo delle indagini. “Ci stiamo assicurando che lo studente abbia tutto quello di cui ha bisogno”, ha affermato. Oggi e domani la scuola, che ospita 550 alunni, rimarrà chiusa.
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