Da Empoli arriva una sentenza del TAR Toscana molto importante che riguarda il diritto allo studio degli alunni disabili: un alunno autistico aveva visto respinte le richieste d’iscrizione presso 2 istituti scolastici perché la classe corrispondente all’indirizzo di studio legittimamente scelto dal ragazzo aveva più di venti studenti, quindi oltre il limite classico di 20 alunni in un aula in presenza di disabile.
La vicenda è riportata da Marino Lupi, presidente dell’associazione Autismo Toscana, in un suo editoriale ripreso da Il Tirreno, in cui spiega che “l’iscrizione era stata negata da due istituti scolastici empolesi sulla base del fatto che la classe corrispondente all’indirizzo di studio legittimamente scelto dal ragazzo aveva più di venti studenti. Il Tar ha affermato che la disposizione di legge che prevede che, di norma, le classi iniziali che accolgono alunni con disabilità siano costituite da non più di venti alunni è volta a favorire l’inclusione scolastica delle persone con disabilità e non certo a limitarla”.
Il presidente dell’Associazione Autismo Toscana pone l’accento sul fatto che “il legislatore, stabilendo che le classi in cui è presente un ragazzo con disabilità siano di norma costituite da non più di venti alunni, ha voluto introdurre un criterio e una linea guida nella formazione delle classi, affinché queste ultime siano definite nel modo più omogeneo possibile, avendo tuttavia sempre a riferimento l’obbligo prioritario dell’amministrazione di operare al fine di rimuovere gli ostacoli all’integrazione sociale e all’inclusione scolastica” degli alunni con disabilità”. Ciò vuol dire che, è vero che bisogna rispettare il limite dei 20 alunni per classe, ma è altrettanto vero che tale limite non debba trasformarsi in un ostacolo sociale per gli alunni con disabilità.
Lo stesso Lupi si chiede: “È la magistratura la nuova frontiera della ricerca del diritto dei nostri figli? È questo che si troveranno costrette a fare le famiglie per vedere riconosciuti i diritti dei propri figli?”.
Come non dargli torto. Anche se qui la faccenda è un po’ particolare.
Infatti, negli ultimi anni fioccano i ricorsi da parte di famiglie che vedono disatteso il famoso principio dei 20 alunni per classe, dove magari con alunno disabile vi sono 25-26 alunni nella stessa aula e l’inclusione scolastica è messa a rischio. Ricorsi vinti, aggiungerei giustamente, dalle famiglie e sentenze che hanno fissato le regole. Quindi, pur sbagliando, la scuola ha interpretato in modo rigido la norma, che però ha portato alla paradossale esclusione e mancata inclusione sociale. Come a dire: “Io volevo rispettare le regole, ma come fai sbagli”.
Certamente, sarebbe stato auspicabile buon senso anziché tali decisioni.
Piuttosto, la sentenza del TAR Toscana ha il merito di far luce sul comportamento da adottare in questi casi, quindi l’indicazione di formare classi di non più di venti alunni, nel caso di presenza di un alunno con disabilità, non costituisce un limite tassativo e inderogabile “laddove tale criterio pregiudichi l’iscrizione dell’aspirante alunno”.
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