Tragedia in una scuola in centro a Reggio Emilia, dove si è sentito male un ragazzino di 13 anni che frequentava la terza media che poi è morto. E’ successo stamattina, lunedì 8 gennaio, poco prima delle 8, come riporta Il Corriere della Sera. L’alunno è entrato dalla porta d’ingresso dell’istituto e stava per salire le scale per dirigersi in classe. Ma all’improvviso ha avuto un malore e si è accasciato al suolo.
Il personale scolastico lo ha subito soccorso e ha chiamato immediatamente il 118. In poco tempo sono arrivati i medici e il personale sanitario con un’ambulanza e un’automedica. Hanno tentato a lungo di rianimarlo. Poi la corsa disperata all’ospedale dove ogni tentativo è stato vano ed è stato constatato il decesso.
“Siamo sconvolti, la nostra comunità scolastica è stata colpita da un lutto terribile. Siamo vicini alla famiglia”, il commento della dirigente scolastica a Il Resto del Carlino.
Sempre nella zona di Reggio Emilia oggi, come riporta La Repubblica, c’è stato un brutto incidente che ha coinvolto alcuni scolari. Dopo le 13 di oggi un bus del trasporto pubblico locale ha sbandato e si è ribaltato di lato finendo in un piccolo fossato.
Tutti i ragazzi a bordo fortunatamente sono rimasti illesi. Una signora è rimasta ferita e portata via in barella in codice 1 ossia di bassa gravità. I Vigili del Fuoco, arrivati da Modena e Reggio Emilia, hanno fatto uscire i passeggeri dall’abitacolo dopo aver infranto il vetro anteriore del mezzo. Sul posto anche la polizia locale dell’Unione Pianura Reggiana e i carabinieri che hanno chiuso temporaneamente il tratto di strada per consentire i soccorsi e il recupero del mezzo di trasporto. Le cause dell’incidente sono ancora da ricostruire e al vaglio degli inquirenti.
In attesa di comprendere le cause che hanno portato alla perdita del giovane, l’ultimo caso simile avvenuto solo fine dicembre scorso, vale la pena ricordare che nel 2021 l’Italia si è dotata di una legge, tra le più avanzate in Europa, cge disciplina i principali aspetti della rianimazione: dall’obbligo della presenza di defibrillatori in ambienti pubblici e di formazione. I numeri sono indicativi, purtroppo: ogni anno in Europa si registrano circa 400 mila arresti cardiaci, 60 mila casi in 365 giorni solo in Italia, in media oltre 160 al giorno.
Solo nel 58% dei casi improvvisi, chi assiste la persona colpita da arresto cardiaco interviene con le manovre salvavita, come il massaggio cardiaco e le ventilazioni, e in una percentuale ancora più esigua – solo nel 28% dei casi – con il defibrillatore. Quello che in tanti vorrebbero in tutte le scuole.
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