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Alunno iperattivo Ladispoli: procedimento contro il preside. DirigentiScuola: “Presidi aggrediti non solo dai genitori ma anche dalla direzione regionale”

La vicenda del preside di Ladispoli Riccardo Agresti che aveva fatto sospendere per 21 giorni un alunno iperattivo sta arrivando ad una svolta.
Nella giornata di martedì 12 marzo, infatti, il Corriere della Sera, nella pagina della cronaca di Roma, ha pubblicato l’immagine della lettera di contestazione degli addebiti che l’Ufficio Scolastico Regionale ha notificato al preside.
La direzione regionale ritiene che il non aver ottemperato ad una disposizione del TAR configuri una mancanza grave del dirigente che, con il suo comportamento, avrebbe anche creato un danno di immagine alla Pubblica Amministrazione.
Il giorno 9 aprile alle ore 12 il dirigente sarà audito presso l’Ufficio regionale e potrà far valere le proprie ragioni. Come sempre accade in questi casi potrà essere assistito da un legale o da un rappresentante della sua organizzazione sindacale.
La posizione del dirigente Agresti appare piuttosto delicata proprio per la non tempestiva applicazione dell’ordine del TAR Lazio.

A proposito della sospensione del bambino per 21 giorni interviene anche il presidente dell’ANP Roma, Mario Rusconi che parla di provvedimento “abnorme”: “La scuola – commenta Rusconi – deve darsi da fare per avere tutto il personale necessario soprattutto per assistere gli allievi che hanno problemi ma non possono essere respinti i bambini dalla scuola, dobbiamo fare in modo di non ledere la dignità personale degli allievi. Mi sembra che da parte della scuola ci sia stato un atteggiamento eccessivo che non risponde ai canoni operativi che spettano alla scuola”.

“Le sospensioni poi – aggiunge ancora Rusconi – funzionano per le medie e le superiori ma è una misura che non doveva essere presa per un bambino così piccolo; la scuola deve contenere e avere cura del diverso, se ci piacciono solo i simpatici e gentili a cosa serve la scuola?”.

Di tutt’altro tenore le dichiarazioni del sindacato DirigentiScuola: “Atti, fatti, tempi di intervento, sfere di competenze, presunte omissioni esigono di essere ricostruiti con tutte le garanzie di legge nelle sedi deputate. Basta processi mediatici sommari che gettano ombre sulla correttezza professionale del singolo e di un’intera categoria”.
“L’associazione dei dirigenti scolastici – sostiene il presidente Attilio Fratta – esprime la propria indignazione per come gli avvenimenti sono stati raccontati dalla stampa e per come il direttore generale dell’Usr Lazio ha agito sospendendo e avviando un procedimento disciplinare, con motivazioni inconsistenti, il dirigente scolastico ancor prima di averlo ascoltato“.
“Il Direttore generale dell’Usr Lazio – conclude Fratta – anziché sostenere il proprio dirigente, lo condanna sommariamente ledendo il diritto costituzionale di difesa. Abbiamo denunciato ripetutamente le aggressioni subite da dirigenti e professori da parte di genitori e alunni. Ora siamo di fronte a un salto di qualità: dalle aggressioni di genitori e alunni a quella direttore generale Lazio che senza prove e prima di concludere il procedimento disciplinare avviato ha sospeso per ben 60 giorni il dirigente alle soglie della pensione distruggendolo fisicamente e psicologicamente”.

Reginaldo Palermo

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