Nuovi elementi sulla vicenda del bimbo iperattivo sospeso da una scuola di Ladispoli. Il preside Riccardo Agresti ha rilasciato un’intervista all’Ansa. “Domani mattina (oggi) verranno gli ispettori dell’Ufficio Scolastico Regionale, sono a disposizione della chiarezza e della verità – afferma il dirigente scolastico – perché tutti noi siamo certi di avere fatto il meglio proprio per il bimbo”. Il preside racconta poi la propria versione in seguito al pronunciamento del Tar di riaccogliere il bimbo: “Ieri mattina sono arrivato a scuola alle 9.00 e ho visto padre e figlio in attesa, ero stato chiamato per avvisarmi del problema della loro richiesta di entrare, ma la segreteria non aveva ancora aperto la posta e quindi nessuno, nemmeno io, sapeva della decisione del Tar di fermare l’allontanamento. Una volta letta la decisione del Tar ho dato disposizioni di non impedire l’accesso”.
Ancora Agresti: “Parcheggiata la mia auto ed entrando nel cancello di scuola è arrivata una pattuglia dei Carabinieri, per cui ho atteso nel mio ufficio il loro arrivo (insieme al bimbo e al papà). Invece poi non è entrato nessuno e sono “spariti” tutti”. In ogni caso “nessuno impedirà l’accesso del bimbo dopo la decisione del Tar” ha ribadito il preside.
Agresti poi ha aggiunto: “la famiglia ritiene la scuola un babysitteraggio e se ne infischia del fatto che altri 21 bambini non stanno imparando a leggere e scrivere a causa della situazione della classe. Non ho avuto tempo di leggere le offese sui social, occorre chiarire che il bimbo ha 2 ore di Oepac (assistente comunale alla comunicazione) e che la classe ha 11 ore di docente di sostegno cui si aggiunge un’ulteriore ora che la docente preferisce svolgere in classe. Per vie traverse sappiamo che il bimbo ora ha una certificazione che illustra una situazione ben peggiore del comma 1, ma questa documentazione non è mai stata consegnata alla scuola”.
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