Ancora un episodio di violenza a scuola ai danni dei docenti: in un liceo di Palermo, come riporta La Repubblica, uno studente ha preso a schiaffi un insegnante che gli aveva messo una nota per assenza ingiustificata. L’alunno, di sedici anni, non sarà punito con la bocciatura.
Tutto è avvenuto l’ultimo giorno di scuola. Il clima in classe era già di festa con le uova pronte da lanciare all’uscita come rito di fine anno scolastico. “Eravamo a seconda ora e il ragazzo non era fra i banchi — racconta il docente da quasi trent’anni fra gli studenti — Ho atteso una ventina di minuti per capire dove fosse finito e poi ho preso nota dell’assenza sul registro come vuole la prassi. A quel punto lui che di certo l’ha letta in diretta sul registro elettronico con il suo cellulare si è presentato in aula”.
Il professore ha chiesto spiegazioni sul ritardo. “Aveva un atteggiamento provocatorio e ridacchiava — continua il docente — E avvicinandosi mi ha dato uno schiaffo così fragoroso sul collo da lasciare il segno delle dita sulla pelle. Il tutto è avvenuto davanti agli altri compagni e con la porta dell’aula aperta”.
La dirigente scolastica dell’istituto, che ha denunciato alle forze di polizia l’accaduto, ha convocato un Consiglio di disciplina urgente per la prossima settimana. Lo studente sarà convocato dal Consiglio e a settembre, alla ripresa delle lezioni, rischia una sospensione fino a trenta giorni.
“Dare uno schiaffo a un professore è un reato — dice la preside — E come dirigente devo denunciarlo. Al Consiglio di disciplina saranno ascoltati tutti gli interessati, i testimoni dei fatti e anche i genitori. Se si dovesse decidere per la sospensione nella nostra scuola si tratta di svolgere delle ore di volontariato in alcune associazioni impegnate sul territorio”.
“Stavo facendo soltanto il mio lavoro — incalza il professore — Quando ho ricevuto lo schiaffo avevo il telefono in mano per ampliare la nota visto l’atteggiamento irriverente dello studente. Facciamo sempre più fatica come professori a farci rispettare nel nostro ruolo, questi episodi scoraggiano e amareggiano, ma di certo non possono passare inosservati, né possono essere tollerati. Bisogna prendere qualche provvedimento per dare anche un segnale alla classe”.
“Sono rimasto impassibile come era giusto che fosse — continua — Lui, subito dopo l’accaduto, ha negato l’evidenza, mentre i suoi stessi compagni lo incoraggiavano ad ammettere l’errore. Non si è mai scusato. Bisogna fare in modo che tutto quello che è accaduto, alla fine, possa avere comunque una finalità educativa anche a beneficio degli altri. I ragazzi hanno gli stessi bisogni di sempre — dice il docente — Anche se i tempi sono molto cambiati. Noi facciamo del nostro meglio”.
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