Alunno milanese scaraventa l’estintore in faccia al prof: sospeso, ma l’anno non è perso
A raccontarlo viene quasi da pensare che sia frutto della fantasia. Invece, purtroppo il fatto è realmente accaduto. Il riferimento è alla reazione sconsiderata che uno studente di un istituto professionale milanese, con specializzazioni per la moda e la grafica, ha rivolto nei confronti di un insegnante che chiedeva spiegazioni dopo averlo sorpreso a dare fuoco ad un foglio appallottolato e infilato nella serratura dell’aula dove stava insegnando il docente: il ragazzo, che frequenta il secondo superiore, forse preso dallo spavento, anziché chiedere scusa dell’accaduto si è avventato contro il prof, scaraventandogli l’estintore sul volto e sulle gambe. Con il risultato di rompergli alcuni denti e provocandogli alcune contusioni. Risultato: il docente ne avrà per due settimane. Il ragazzo se l’è cavata con una segnalazione al commissariato, ma nessuna denuncia.
La dirigente scolastica dell’istituto ha spiegato che l’atteggiamento sopra le righe dello studente deriva da un situazione familiare difficile, di cui il giovane è solo una vittima. “La sua – ha dichiarato il capo d’istituto – è stata una bravata”, tipica di chi ha problemi “di crescita e di esuberanza: si sentono piccoli geni incompresi, fanno scemenze in un’età molto difficile”. Solo così si può spiegare la reazione contro l’insegnante che “era intervenuto per placarlo, dimostrando senso civico e anche coraggio nell’affrontare con prontezza il problema. Comunque – ha concluso la ds – non abbiamo alcuna intenzione di allontanarlo dalla scuola o di prendere provvedimenti che possano danneggiarlo”. Il Consiglio di Classe dell’istituto professionale, convocato dalla dirigente subito dopo l’accaduto, ha quindi deciso che potrà bastare una lunga sospensione.
Gli effetti del provvedimento, in pratica, dipenderanno dal ragazzo: regolamento ministeriale alla mano, con metà anno scolastico abbondante ancora da svolgere potrebbe, assumendo subito dopo il reintegro a scuola un comportamento corretto, teoricamente “annullare” il brutto episodio e la conseguente sospensione. Garantendosi così almeno la sufficienza in condotta. Se poi dovesse avere un profitto positivo pure nelle discipline scolastiche, per il giovane l’ammissione alla classe successiva sarebbe tutt’altro che remota. Certo, considerando i problemi familiari e personali non sarà facile. Ma teoricamente le cose possono prendere questa direzione.
Del resto, la filosofia di fondo è la stessa adottata da nuovo codice di regolamentazione della giustizia italiana, votata al recupero del colpevole e non alla condanna fine a se stessa. E la scuola non potrebbe fare diversamente: dal momento che un ragazzo, ancor più se aiutato da un’equipe di esperti a sostegno (psicologi, assistenti sociali, ecc.), dimostra di essere maturato, scontata la sua “pena”, torna ad essere un giovane come gli altri. Con gli stessi doveri ma anche diritti.