Cosa deve fare un genitore se in classe del figlio c’è un alunno positivo o un docente positivo? (VAI ALLA SEZIONE SOS GENITORI) Deve attendere che vengano fatti i tamponi a tutti gli alunni e a tutti i docenti entrati in contatto col positivo in classe. Nel frattempo, a scuola potrebbe scattare una chiusura temporanea, nell’eventualità che l’Asp ritenga quel territorio e quell’istituto un focolaio pericoloso.
Ecco cosa dicono in proposito le indicazioni operative ministeriali: La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata dal DdP (Dipartimento di Protezione) in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità. Un singolo caso confermato in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata.
In altre parole, in presenza di un caso positivo in classe accertato, scatta il coinvolgimento dell’unità sanitaria, che, sentito il referente Covid ovvero il docente responsabile della gestione dei casi Covid accertati o sospetti a scuola, valuterà chi nella scuola dovrà essere soggetto a tampone in quanto entrato in contatto con il docente o con l’alunno positivo in classe.
Poniamo il caso di un docente positivo. Se il docente non fosse stato a stretto contatto con alcuni ragazzi perché ad esempio assenti il giorno che il docente era in classe, in questo caso il ragazzo o i ragazzi potrebbero essere esonerati dal tampone. Tutto dipende dal caso specifico e dal contesto che circonda il positivo in classe.
Si legge nel protocollo di sicurezza ministeriale: Per i casi confermati le azioni successive saranno definite dal Dipartimento di prevenzione territoriale competente, sia per le misure quarantenarie da adottare previste dalla norma, sia per la riammissione a scuola secondo l’iter procedurale altrettanto chiaramente normato. La presenza di un caso confermato necessiterà l’attivazione da parte della scuola di un monitoraggio attento da avviare in stretto raccordo con il Dipartimento di prevenzione locale al fine di identificare precocemente la comparsa di possibili altri casi che possano prefigurare l’insorgenza di un focolaio epidemico.
Da regola, sono soggetti al tampone (o alla quarantena preventiva in attesa di tampone) i contatti stretti del positivo e non i contatti stretti dei contatti stretti.
Cosa significa? Chi è un contatto stretto? Per contatto stretto si intende in linea generale colui che è stato vicino al positivo da 48 ore prima a 10 giorni dopo la comparsa dei sintomi. Per “vicino” si intende a meno di 2 metri di distanza e con un contatto della durata di almeno 15 minuti.
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