Qualche giorno fa abbiamo parlato del caso di uno studente prodigio di 16 anni iscritto in un liceo di Ostia che è stato rifiutato dalla Sapienza di Roma e che ha deciso così di iscriversi in Germania. Skuola.net ha raggiunto il dirigente scolastico della scuola in cui studia per delucidazioni. Giusto attenersi alle regole? O si rischia di perdersi dei talenti per strada?
“Il percorso seguito da Matteo è stato ideato da me in quanto ero curioso e interessato a vedere quanto le sue domande fossero frutto della sola curiosità o di un genio nascosto nel profondo. Il tutto partì da un video di TikTok: Matteo vide questo video e non avendo ancora studiato quelle cose venne da me a chiedere spiegazioni, e nel giro di un anno ci siamo trovati a parlare di equazioni differenziali e di calcolo matriciale”, ha raccontato il preside.
Ecco come quest’ultimo ha cercato di valorizzare il talento del giovane: “Le lezioni venivano svolte parallelamente, i compagni di classe seguivano il programma relativo all’anno scolastico in corso mentre a Matteo venivano fornite delle dispense su argomenti più complessi, che venivano successivamente approfondite durante le ricreazioni o durante i rientri pomeridiani a scuola”.
Il rischio di buttare via un talento
“Il nostro compito sta proprio in questo: riuscire a capire quali sono i talenti dei nostri studenti e di farglieli coltivare a pieno. Credo che questo tipo di ragazzi abbia sicuramente bisogno di un percorso alternativo, perché se così non fosse andremmo a buttare un talento che per tutta la vita prenderà ottimi voti ma non si sentirà mai realizzato a pieno”, questa la sua opinione.
Ed ecco una critica al nostro sistema scolastico: “Ci troviamo in un sistema che tende ad appiattire molto il livello di istruzione dei nostri ragazzi e questo porta ad avere tanti buoni studenti ma poche eccellenze. La scuola dovrebbe aiutare i ragazzi a puntare sempre più in alto, ad essere ambiziosi e curiosi della vita ma questo non accade spesso. Credo che questi ragazzi siano il futuro della nostra nazione e sta a noi insegnanti e a chi amministra questo paese permettere ai nostri studenti di rendere al meglio”.
Il motivo del rifiuto
“La favola si è interrotta quando l’università ha bloccato la mia immatricolazione avendo riscontrato che il mio curriculum prevedeva solamente 10 anni di scolarità. Da quel momento in poi, aldilà della innegabile delusione per il risultato, ho iniziato ad inviare diverse candidature presso università europee e americane”, ha raccontato il ragazzo.
Queste invece non si sono fatte scappare l’occasione di averlo tra i loro banchi. “Ecco come sono finito iscritto in Germania alla facoltà di Ingegneria, anche se si sono aperte tante altre possibilità in UK ed Arizona, tutte interessate al mio profilo, soprattutto per la mia età. Non nascondo però che spero ancora che un ateneo italiano prenda in considerazione la mia candidatura”, ha concluso, con un po’ di delusione.