Un fatto increscioso che poteva avere conseguenze molto gravi. Nella mensa dell’istituto comprensivo Rinnovata Pizzigoni, a Milano, è stato servito un panino contenente, in mezzo al condimento, un bullone di metallo. La scoperta è stata fatta da uno stesso alunno che lo stava mangiando. Lo racconta La Repubblica.
Tutto è successo lo scorso 15 marzo. Quel giorno gli allievi di una quinta della scuola elementare Dante Alighieri hanno consumato nel refettorio dell’istituto un pranzo a sacco fornito da Milano Ristorazione dopo aver fatto un’uscita didattica, come prevede la prassi.
Così uno dei bambini, in mezzo al prosciutto e al formaggio ha notato la presenza dell’oggetto metallico, per fortuna prima di addentarlo o ingoiarlo. In questo caso, alla possibile contaminazione del cibo a contatto con un corpo estraneo metallico, si aggiunge il rischio corso dal bambino che avrebbe potuto ingoiare il bullone e soffocare. Il problema, che ha fatto ovviamente infuriare i genitori, è stato subito segnalato dalle insegnanti presenti sul posto.
A quanto pare non è la prima volta che vengono ritrovati corpi estranei nel cibo servito in mensa. Lo racconta una mamma: “Si tratta di un episodio gravissimo e non è il primo” denuncia Lucie Boubnikova, genitore rappresentante della classe quinta in cui si è verificato l’episodio, che cita anche “un insetto trovato all’interno della pasta qualche tempo fa” e in generale “la scarsa qualità del cibo proposto e dei piatti che arrivano in tavola. Facciamo segnalazioni da anni, per ogni tipo di criticità, ma non cambia nulla”.
Proprio ieri ci siamo occupati di mense scolastiche “horror” in tutta la penisola, dopo che sono state ispezionate dai Carabinieri dei Nas 1.058 aziende di ristorazione collettiva all’interno di mense scolastiche, di ogni ordine e grado, dagli asili nido fino agli istituti superiori, sia pubbliche che private.
Di tutte le ditte controllate, in totale 1058, in 341 sono state riscontrate irregolarità, pari al 31% del totale dei controlli, accertando 482 violazioni penali e amministrative, con sanzioni per 240 mila euro, contestate per “violazioni nella gestione degli alimenti e nelle condizioni d’igiene nei locali di preparazione dei pasti”, nella mancata rispondenza in qualità e quantità ai requisiti prestabiliti dai capitolati d’appalto e nella “regolarità di impiego delle maestranze e relativo possesso di adeguata qualifica e preparazione professionale”.
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