Il greco antico e il latino sono lingue morte? Per uno studente di un liceo classico di Roma, Enrico Accettella, come riporta La Repubblica, assolutamente no. Il giovane, appena maggiorenne, di recente ha vinto un concorso internazionale di greco antico.
Il suo elaborato è risultato, secondo una giuria di docenti universitari, il migliore tra i 95 in concorso nell’XI edizione dell’Agon politikos, la gara internazionale di Greco classico promossa dall’associazione ex alunni del liceo Durante di Frattamaggiore. Con lui c’erano studenti provenienti da tutta Europa, anche dalla Grecia.
Accettella era alla sua seconda edizione. “L’anno scorso avevo ricevuto una menzione d’onore”, racconta. Sabato scorso si è seduto al suo posto con un po’ d’ansia. “Sentivo un po’ di pressione, dopo la menzione dell’anno scorso. Tutto il lavoro che facciamo in classe è stato propedeutico e le traduzioni non le vivo come un lavoro, le faccio con piacere, mi divertono. Perciò più che un allenamento vero e proprio direi che c’è stato un approfondimento. Avevo sei ore a disposizione e ne ho usate cinque e un quarto circa. Il testo era stimolante e io dedico molto tempo a pensare a come rendere in modo più fedele il greco in italiano. Anche con piccole sfumature. È la parte che mi diverte di più”.
Se ha pensato anche solo per un momento di essere svantaggiato rispetto al “collega” greco? “Me l’ero chiesto anche io — dice — Ma poi ho parlato con mia zia, che è insegnante di Latino e Greco e mi ha detto che non avrebbe avuto poi chissà quale vantaggio”. Anche perché, ha aggiunto il ragazzo, “in Italia lo studio di queste materie è molto approfondito. Il latino e il greco non sono lingue morte, bisogna anzi far sì che sopravvivano”, spiega Accettella.
“La nostra generazione soffre effettivamente di problemi legati al calo d’attenzione. Questo, lo capisco, può essere un motivo di paura nell’affrontare quelle che per sentito dire, come il greco, sono materie complesse. Il liceo classico deve rinnovarsi per poter favorire un avvicinamento da parte di studenti e studentesse di terza media. È anche vero che a quell’età quando si pensa a cosa fare alle scuole superiori si punta al greco. Nemmeno io l’ho fatto, ma banalmente perché non lo conoscevo. Poi perché la passione non viene dal nulla, ci vuole tempo e soprattutto professori e professoresse competenti che trasmettano l’amore nei confronti di questa materia e che abbiano magari un modo stimolante di insegnare. Di catturare l’attenzione di una generazione che non è certo la stessa di trent’anni fa”, spiega.
Ecco le parole della sua prof di latino e greco: “Non gli ho detto buona fortuna, ma gli ho detto di divertirsi. Non voglio vantarmi, perché la vittoria è la sua. Ma un po’ di merito lo hanno anche i docenti, dopo tutto. Il mio, probabilmente, è stato proporre il greco come un dibattito, prima che come una lezione. Mi interessa che i miei ragazzi sviscerino quello che c’è dietro al testo, perché cerco di insegnare la bellezza di una sfumatura”.
Accettella, oltre alla pergamena del primo posto ha ricevuto un premio in denaro di 700 euro. “Dopo la maturità vorrei fare un viaggio con gli amici, un Interrail”. Coi compagni di classe o magari coi “colleghi” che ha conosciuto alla gara, “che è stata anche un arricchimento umano”. E poi andrà a studiare alla Sapienza: “Lettere antiche, perché poi vorrei insegnare”.
Il greco antico, lingua da molti considerata morta, polverosa, addirittura inutile è diventato qualche mese fa di tendenza tra i giovanissimi utenti di TikTok. Il motivo? Tra i trend dell’anno scorso è presente uno stralcio di una canzone del 2019 un cui verso recita: “Non capiscono, parlo greco antico”. La frase in questione è diventata praticamente un modo per vantarsi di aver studiato e di conoscere qualcosa di difficile, di incomprensibile ai più. Ma andiamo per ordine.
La canzone in questione si intitola ‘Romeo‘ ed è cantata dalla cantautrice e attrice Margherita Vicario. Ecco la parte del brano che sta spopolando: “Non capiscono, parlo greco antico Άνδρος κακώς πρασσοντος εκποδών φίλοι’, C’hai paura, ho fatto il classico, Te a malapena distingui un accento grave da un apostrofo”.
Questa frase, su cui si sono aperte vere e proprie disquisizioni, è diventata una sorta di slogan per moltissimi studenti del liceo classico che lo stanno usando per vantarsi di conoscere la lingua. Il suo uso si è trasformato in trend per parlare di argomenti o temi difficili che si conoscono grazie ai propri studi. Insomma, praticamente questa canzone ha trasformato la percezione dei classicisti e, in generale, degli studiosi e dato nuova vita alle “lingue morte”. Quasi quasi chi conosce il greco antico è diventato alla moda rispetto a chi non lo ha studiato.
C’è anche chi critica tutto ciò, e pensa che non bisogna vantarsi di conoscere qualcosa per non alimentare differenze tra scuole di serie A e di serie B.
C’è di più: sono in molti gli utenti di TikTok che sono adesso attratti dal greco antico e che vogliono impararlo, e sono molti i docenti o gli studiosi che, con l’hashtag #imparacontiktok o #studiamoinsieme stanno facendo, con brevi video, divulgazione in questo senso.
Altro che lingue morte: spesso i social possono essere usati in modo originale per avvicinare i più giovani a certi temi o a certi ambiti di studio.
Gli spunti offerti dalle nuove piattaforme possono essere così nuova linfa per chi insegna. Tiktok può servire a fare appassionare e per capovolgere alcuni stereotipi. I classicisti, i ragazzi più studiosi, secondo questo trend, non sono visti come topi da biblioteca e studiare non è considerata un’attività noiosa.
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